28 mar 2011

Libia, i ribelli verso Sirte. La Russia critica la missione




Libia, i ribelli verso Sirte. La Russia critica la missione

Protetti dai raid della coalizione internazionale, gli insorti continuano la loro avanzata. Dopo aver messo le mani sui pozzi di petrolio ora è battaglia per il controllo della città in cui è nato Gheddafi. Mosca: "Intervento non autorizzato dall'Onu"



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Continua l'avanzata in Libia da parte degli insorti, che domenica hanno messo le mani su Ras Lanuf e sulle zone petrolifere del Paese. I ribelli, protetti dagli attacchi aerei della coalizione occidentale, hanno invertito la tendenza delle ultime settimane e, negli ultimi giorni, si sono ripresi una serie di città.
Ma mentre la loro avanzata  verso Ovest prosegue, di  pari passo con i raid degli alleati, una dura presa di posizione sulla missione internazionale arriva dalla Russia. "L'intervento della coalizione nella guerra civile in Libia non è stato autorizzato dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza: detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov". La Russia si era astenuta, insieme alla Cina, dal voto sulla missione.

I ribelli: "Conquistata Sirte"
- Il portavoce dei ribelli libici ha annunciato poche ore fa che anche Sirte, la città natale del colonnello Muammar Gheddafi, è stata conquistata dai rivoltosi. Shimsiddin Abdulmolah ha aggiunto che i suoi uomini non hanno incontrato molta resistenza delle forze lealiste. La notizia è stata accolta da spari in aria e dal suono dei clacson nella roccaforte orientale dei ribelli, Bengasi. Se fosse confermata, la conquista di Sirte, città di importanza strategica ma anche simbolica, sarebbe un pesante colpo assestato al regime. Ma sulla conquista di Sirte non ci sono ancora notizie certe: un giornalista della France Press ha detto di aver sentito all'alba nove potenti esplosioni nella città, ma non ha potuto confermare che Sirte sia finita in mani agli insorti. Altri reporter hanno riferito che gli insorti sarebbero stati bloccati a 140 km da Sirte dalle truppe pro-Gheddafi.

Al via export del petrolio - I campi petroliferi riconquistati nelle ultime 48 ore consentiranno in ogni caso ai ribelli di "produrre almeno 100.000, 130.000 barili al giorno" con una potenzialità di "300.000", ha detto Ali Tarhoni, responsabile per gli affari economici degli antigovernativi, che affermano di aver già siglato un contratto con il Qatar per l'export. Il flusso di greggio riprenderà "in meno di una settimana".

Controllo delle operazioni alla Nato - Intanto, nella giornata di domenica il comitato militare della Nato ha trovato l'intesa sul comando delle operazioni, affidate al generale canadese Charles Bouchard, che saranno tese a "proteggere i civili e le aree popolate da civili sotto minaccia di attacco da parte del regime". La missione, denominata "Unified protector", prevede una no fly zone rafforzata (no fly zone plus), ovvero raid su bersagli di terra. All'Alleanza occorreranno circa 48 ore per assumere il pieno controllo delle operazioni.

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