5 mar 2011

Berlusconi: “Giovedì la riforma epocale della giustizia”

Berlusconi: “Giovedì la riforma epocale della giustizia”

Il premier, in un intervento telefonico, annuncia che le nuove norme alle quali sta lavorando “il bravissimo Alfano” saranno discusse in un Consiglio dei ministri straordinario. E sulla scuola: “Mai attaccato quella pubblica, più soldi ai prof”

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La riforma della giustizia, il ddl intercettazioni e parole in difesa della scuola pubblica. E’ un presidente del Consiglio a tutto campo quello che interviene telefonicamente a un'iniziativa di Noi Riformatori ad Avezzano.

Giustizia: una riforma epocale - "Giovedì porteremo in Consiglio dei ministri straordinario la riforma della Giustizia a cui sta lavorando il bravissimo Angelino Alfano. Sarà una riforma epocale” ha annunciato Silvio Berlusconi. intervenendo telefonicamente ad Avezzano. Il governo, ha aggiunto, sta lavorando anche "alla riforma tributaria assieme a sindacati e imprese". Questa riforma, ha aggiunto, "è assai importante perché abbiamo leggi che risalgono a 40 anni fa, che sono così complicate che nemmeno i più bravi commercialisti sono in grado di applicare".

No ad elezioni anticipate - Quanto alla situazione politica, il premier ha ribadito che “non ci saranno elezioni politiche anticipate perché credo che sarebbe veramente un danno per il nostro Paese dare un segnale di non avere stabilità di governo" soprattutto alla "finanza internazionale" e che sia "molto importante avere un governo stabile e nel pieno dei poteri anche per quello che succede in Egitto in Tunisia e in Libia". La maggioranza, ha aggiunto, può contare sul 51% degli italiani. "I sondaggi ci dicono che siamo sempre il primo partito in Italia, nonostante gli attacchi della sinistra e dei giornali: siamo al 30,6% quindi andiamo avanti con grande consenso".

Avanti con il ddl intercettazioni - Nel lungo intervento telefonico il presidente del Consiglio è tornato sul ddl intercettazioni (vai allo speciale di Sky.it). "Il fatto di non avere la certezza di non essere intercettati" quando alziamo il telefono "è una cosa che davvero non si può più accettare ed io credo che noi facciamo bene ad andare avanti" con la riforma: "Fini ce lo aveva impedito recentemente, ma abbiamo una legge in Parlamento, alla Camera, che è già stata approvata dal Senato e ora dobbiamo mandarla avanti, perfezionarla, e dobbiamo arrivare a garantire a tutti i cittadini quella privacy che è doverosa in una democrazia".

Mai attaccato le istituzioni - Infine, il premier dice di non aver mai attaccato le istituzioni. “Noi abbiamo questa palla al piede della sinistra una sinistra che si inventa di tutto, adesso anche un mio attacco alle istituzioni, mentre è falso, sono io che subisco attacchi senza soluzione di continuità da 17 anni”. Nessun attacco neanche alla scuola pubblica ("Gli insegnanti della scuola pubblica inculcano agli studenti valori diversi rispetto a quelli delle famiglie" aveva detto la scorsa settimana: GUARDA IL VIDEO). “Ho solo affermato che bisogna aiutare le famiglie cattoliche, che si trovano con insegnanti che inculcano principi diversi, con un buono scuola" in modo che anche "i meno abbienti" possano rivolgersi, se lo ritengono, alla scuola privata". E ancora: "Noi abbiamo difeso in modo concreto la scuola pubblica" con la riforma e riteniamo che gli insegnanti abbiano "un ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri figli" e che però "ricevano uno stipendio assolutamente inadeguato" per questo ruolo.

Alfano: i tre principi cardine della riforma della giustizia - Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, dal canto suo, ha confermato la data di giovedì per la presentazione in Cdm della riforma della giustizia che, ha anticipato, "contiene tre principi cardine". "Accusa e difesa devono essere alla pari e quindi devono essere giudicati da un giudice imparziale. Oggi pm e giudici si danno del tu e hanno stessi uffici e uguale Csm", ha spiegato il ministro, indicando la strada della separazione delle carriere nel corso del suo intervento al convegno di Noi Riformatori, in corso ad Avezzano. "Se un magistrato sbaglia - ha proseguito - come per i medici e gli avvocati deve esserne responsabile". L'ultimo cardine, ha indicato il ministro, è  la riforma del Csm perché "se la magistratura deve essere autonoma dai poteri, deve essere anche senza nessuna influenza interna e, quindi, devono essere giudicati da un organismo terzo".

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