Gheddafi annuncia il cessate il fuoco immediato
Dopo la risoluzione Onu, che "autorizza l'uso della forza per proteggere i civili", la Libia sospende l'offensiva. I ribelli: è un bluff. Bombe su Misurata. La Francia è cauta: la minaccia è immutata. L'Italia pronta a offrire tre basi. FOTO E VIDEO
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Libia in rivolta: tutte le foto
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All'indomani del voto del Consiglio di sicurezza dell'Onu che impone alla Libia una No fly zone e autorizza l'uso della forza per proteggere i civili, Tripoli decide di sospendere le azioni militari. Il ministro degli Esteri libico ha infatti dichiarato che la Libia ha deciso di rispettare la risoluzione Onu.
Qualche ora prima dell'annuncio del governo libico, per, Gheddafi aveva lanciato una nuova sfida alla comunità internazionale: "Reagiremo, renderemo infernale la vita a coloro che intendono attaccarci".
I ribelli: la resa è un bluff - Gli insorti, però, non vedono di buon occhio l'annuncio del cessate il fuoco. Il comandante degli insorti libici, Khalifa Heftir, ha infatti dichiarato che le dichiarazioni circa la fine dell'offensiva libica "non sono importanti per l'opposizione, che le definisce un bluff". Secondo fonti antigovernative, infatti, truppe fedeli al rais stanno bombardando la città di Misurata, 200 km a est di Tripoli. Lo confermano anche fonti mediche libiche, che riferiscono che le vittime dell'attacco sono 25.
Misurata è in fiamme - La Cnn, intanto, ha diffuso la disperata testimonianza di un residente di Misurata, secondo il quale la città è in fiamme in seguito ad un bombardamento delle forze di Gheddafi. "In Libia non c'è alcun cessate il fuoco, ci stanno bombardando in questo preciso momento, la città è in fiamme" ha detto l'uomo, chiedendo "disperatamente" aiuto.
Parigi: raid nelle prossime ore - La Francia, dal canto suo, accoglie con prudenza l'annuncio del cessate il fuoco da parte del governo di Tripoli. Il leader libico Muammar Gheddafi "comincia ad aver paura, ma sul terreno la minaccia non è cambiata", ha riferito un portavoce del ministero degli Esteri di Parigi.
Secondo fonti francesi, infatti, l'offensiva contro la Libia potrebbe essere questione di ore e potrebbe vedere all'opera Francia, Gran Bretagna, forse gli Stati Uniti, e uno o più paesi arabi. Ma un funzionario Usa ha precisato che non è previsto nell'immediato un intervento del suo paese. Il Qatar, invece, ha dichiarato che farà la sua parte, ma non è chiaro se questo significherà un impegno militare diretto.
Jet inglesi in posizione - Intanto, il primo ministro David Cameron ha annunciato che la Gran Bretagna inizierà a spostare jet da combattimento verso le basi da cui potranno partire per l'operazione tesa a mettere in atto una no-fly zone sulla Libia. "La Gran Bretagna metterà in campo aerei Tornado e Typhoon così come velivoli da rifornimento in volo e da sorveglianza - ha detto Cameron al parlamento - I preparativi per spostare questi aerei sono già cominciati e nelle prossime ore verranno trasferiti nelle basi aeree da cui potranno partire per compiere l'azione necessaria".
Spagna e Belgio offrono forze militari - Anche la Spagna metterà a disposizione della Nato forze aeree e navali, insieme alle basi militari di Rota e Moron nel sudovest del Paese, per far rispettare la no-fly zone sulla Libia approvata ieri dal Consiglio di Sicurezza Onu.
Sulla stessa linea il Belgio, che ha fatto sapere di essere pronto a prendere parte ad un'azione militare nel Paese maghrebino, mettendo a disposizione sei F-16 e una fregata.
La Svezia, invece, ha espresso sostegno alla risoluzione Onu ma ha fatto sapere che prenderà in considerazione l'ipotesi di partecipare all'intervento militare solo nel caso in cui l'Alleanza Atlantica avanzi la richiesta.
L'Italia potrebbe offrire tre basi - Ancora nulla è stato deciso ma l'Italia sarà presto chiamata dagli alleati della Nato a fare la sua parte per la no-fly zone sulla Libia votata il 17 marzo dalle Nazioni Unite. Se sembra difficile che jet italiani, visto il passato colonialista in Libia, possano attaccare il Paese nordafricano, il governo potrebbe offrire almeno tre basi per ospitare gli aerei da guerra di altri Paesi membri della Nato. Tra le diverse opzioni le più gettonate sono la base di Sigonella, in Sicilia vicino Catania, dove si trova una
stazione della Marina Usa e il 41.mo Stormo Antisommergibili, e quella di Trapani Birgi, sede del 37.mo stormo. In Puglia, allungando di circa un'ora i tempi di intervento, c'è la base di Gioia del Colle, in provincia di Bari, che ospita il 36.mo stormo.
La Libia non ha paura e lancia bombe su Misurata - Intanto, continua la guerriglia in Libia. A Misurata alcune fonti hanno detto che la città, ancora in mano ai ribelli, è stata bombardata dalle forze fedeli a Gheddafi. "Sono in corso pesanti bombardamenti lì, ci sono esplosioni dentro la città", ha detto Tariq, un medico di Misurata, ora in Gran Bretagna, dopo avere parlato al telefono con colleghi e parenti. "Non possono far uscire le ambulanze, pensano che siano i cannoni e i carri armati a sparare, non l'aviazione".
Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, ha detto che la Libia "non ha paura" della decisione dell'Onu, come riferito dalla tv Al Arabiya. Per Bengasi, la città dell'est che è stata il cuore della rivolta libica, sono ore decisive. Le truppe del rais non hanno dato corso alla minaccia di conquistare la roccaforte dei ribelli nella notte, dopo che la loro rapida controffensiva li ha portati a meno di 100 chilometri dalla città. "Stiamo arrivando. Casa per casa, stanza per stanza", ha detto Gheddafi ieri in un discorso alla radio rivolto alla città di Bengasi, nell'est del Paese. "Vi staneremo dai vostri nascondigli. Non avremo alcuna pietà".
La tv Al Jazeera ha mostrato migliaia di persone che ascoltavano il discorso nella piazza
centrale di Bengasi e poi l'esplodere dei festeggiamenti dopo la notizia del voto dell'Onu. Ci sono stati anche fuochi d'artificio e sono risuonati colpi d'arma da fuoco.
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