2 mar 2011

Libia, i ribelli chiedono l'intervento dell'Onu

Libia, i ribelli chiedono l'intervento dell'Onu

Gheddafi lancia un'offensiva per riconquistare la Cirenaica e minaccia la Nato in tv: "Se ci attaccate ci saranno migliaia di morti". Gli insorti chiedono una copertura aerea contro i mercenari. Navi americane hanno raggiunto il Mediterraneo. LO SPECIALE

02 marzo, 2011
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Muammar Gheddafi ha sferrato una nuova offensiva per riprendere la parte orientale della Libia in mano ai ribelli, spingendoli a valutare la richiesta di intervento di forze straniere per mettere fine al dominio del Rais. All'attacco, il leader libico al potere da oltre 40 anni ha accompagnato una propaganda populista contro i ribelli in televisione, dicendo che ci sarà un bagno di sangue in caso di intervento straniero. Le truppe governative hanno ripreso brevemente il controllo della cittadina di Marsa El Brega - un terminal di esportazioni petrolifere, a circa 800 chilometri a est di Tripoli - poi riconquistata dai ribelli che la controllano da circa una settimana, riferiscono rappresentanti dei rivoltosi, contraddetti però dalla tv di stato libica, secondo cui le forze di Gheddafi avrebbero il controllo dell'aeroporto e del porto. Gheddafi ha detto in televisione che il mondo non ha capito che molto tempo fa lui ha dato potere al popolo.

Gheddafi in televisioneIl Rais ha spiegato in un evento trasmesso in diretta tv da Tripoli che "la Libia non è governata da altri che dal suo popolo", riferendosi al sistema di "democrazia diretta" che dice di aver lanciato in un vertice con il leader cubano Fidel Castro nel 1977. Parlando della rivolta, Gheddafi ha lanciato un appello a Nazioni Unite e Nato perché facciano un'inchiesta su quanto è avvenuto in Libia, e ha detto di vedere una cospirazione per colonizzare il Paese e impadronirsi del suo petrolio. I magistrati della Corte penale internazionale oggi hanno annunciato in una nota che apriranno un'inchiesta sulle violenze in Libia, dopo che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha portato il caso davanti al tribunale dell'Aja. L'offensiva odierna appare come l'operazione militare più significativa di Gheddafi dall'inizio della rivolta a metà febbraio, e ha innescato un confronto che Washington teme possa sfociare in una guerra civile. Ma gli analisti sono prudenti di fronte a una situazione in continuo divenire e con le comunicazioni che funzionano a singhiozzo. "L'attacco rafforza l'idea che il governo sia in grado di proiettare il potere fino nell'est", ha detto Shashank Joshi, analista del Royal United Services Institute britannico. "Ma dovremmo tenere a mente che ... nell'area intorno a Tripoli, dove il governo ha più forze su cui contare, vediamo che le offensive del governo vengono ancora battute con una certa facilità", ha aggiunto.

I capi della rivolta chiedono aiuto - I ribelli hanno chiesto attacchi aerei delle Nazioni unite contro i mercenari stranieri impiegati da Gheddafi. "Chiediamo attacchi mirati sulle roccaforti di questi mercenari", ha detto il portavoce del consiglio nazionale dei ribelli, Hafiz Ghoga, aggiungendo però che "ci si oppone con forza alla presenza di eventuali forze straniere sul suolo libico. C'è una grande differenza tra questo e attacchi aerei strategici". Il portavoce ha aggiunto che l'esercito a est è pronto a muoversi verso ovest se Gheddafi rifiuta di farsi da parte. Si teme che la rivolta, la più sanguinosa finora in Medio Oriente, provochi una grave crisi umanitaria, specialmente al confine con la Tunisia dove migliaia di lavoratori stranieri stanno cercando di mettersi in salvo.

Navi Usa nel Mediterraneo - Stamani il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha detto che esiste la reale possibilità di un "colpo di coda" di Gheddafi. "Che ci sia da parte di Gheddafi la voglia di un colpo di coda per vedere di liberarsi dall'assedio in cui si trova è una possibilità, anzi una reale possibilità", ha detto Romani. Nel Paese leader tribali, funzionari, ufficiali e unità dell'esercito si sono uniti alla causa dei ribelli, e dicono che si stanno organizzando meglio. "Manterremo la pressione su Gheddafi finché non si dimette e non concede al popolo della Libia di esprimersi liberamente e determinare il proprio futuro", ha detto Susan Rice, ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite, al programma della Abc "Good Morning America". Il capitano Faris Zwei, uno degli ufficiali che nell'est si sono uniti all'opposizione, ha detto che ci sono oltre 10mila volontari ad Ajdabiyah, a poca distanza da Marsa El Brega. "Stiamo riorganizzando l'esercito, che è stato quasi completamente distrutto da Gheddafi e dalla sua banda prima di andarsene", ha spiegato. Intanto due navi della Marina statunitense - la nave d'assalto portaelicotteri Kearsarge, che può imbarcare 2.000 marinai, e l'unità di rifornimento e trasporto Ponce - hanno attraversato il Canale di Suez e sono entrate nel Mediterraneo, nell'ambito degli sforzi in atto per fare pressione diplomatica e militare su Gheddafi perché si dimetta.

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