6 mar 2011

Palermo, la città dei beni confiscati alla mafia

Palermo, la città dei beni confiscati alla mafia

Nel capoluogo siciliano si trova poco meno di un quinto del patrimonio sequestrato a Cosa Nostra. Seguono Reggio Calabria, Roma e Milano. A rilevarlo, l'Agenzia nazionale creata dal governo nel 2010. LEGGI I DATI


06 marzo, 2011

Sono 830 i Comuni italiani che ospitano nel proprio territorio almeno un bene confiscato alla criminalità organizzata, 12 ne hanno più di 100.
In testa alla classifica Palermo, che con 1.870 beni è al 18,9% del totale. Seguono Reggio Calabria (220), Roma (193), Milano (184), Bari (113) e Napoli (109). E con gli ultimi 54 beni destinati salgono a 427 i beni destinati da maggio 2010.
Le aziende confiscate sono 1.377, di cui in gestione da destinare 232. Quasi la metà delle aziende confiscate (37,55%) sono ubicate in Sicilia, seguita dalla Campania (19,61%) e dalla Lombardia (14,23%).

Quindici anni fa l'entrata in vigore della legge sui beni confiscati - Questi i numeri con cui l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati chiude il 2010, anno che l'ha vista nascere con decreto legge n.4 del 4 febbraio 2010, convertito in legge n. 50, il 31 marzo 2010.
L'Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia organizzativa e contabile ed è sotto la vigilanza del ministro dell'Interno.
Alla struttura, che ha sede a Reggio Calabria e a Roma, è assegnato un contingente di trenta unità di personale. A guidare l'Agenzia, il prefetto Mario Morcone. E domani, in collaborazione con l'Agenzia, l'associazione 'Libera' di don Luigi Ciotti festeggia i 15 anni dall'entrata in vigore della legge 109 del 1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati con l'iniziativa "Prendiamoci bene: è Cosa Nostra! Giornata di apertura dei beni confiscati alle mafie":una settimana di visite guidate e iniziative in tutta Italia con la partecipazione di scuole, cittadini, associazione, scout, parrocchie.

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