1 mar 2011

Yara, esclusa la violenza. Spunta l'ipotesi del soffocamento

Yara, esclusa la violenza. Spunta l'ipotesi del soffocamento

Non ci sono ancora certezze né sulle esatte cause della morte né sul giorno in cui il suo corpo è stato abbandonato in un campo. Gli esperti sperano di poter isolare e analizzare il Dna dell'assassino

01 marzo, 2011

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Sul corpo di Yara Gambirasio non ci sarebbero segni evidenti di violenza sessuale. E' quanto avrebbe accertato l'esame autoptico eseguito nell'istituto di medicina legale di Milano sul cadavere della tredicenne scomparsa a Brembate di Sopra il 26 novembre. L'esame avrebbe dunque confermato quelle che erano le prime indicazioni emerse subito dopo il ritrovamento del cadavere in un campo a Chignolo d'Isola. Per avere la certezza che non vi sia stata violenza, però, bisognerà attendere i risultati dei complessi accertamenti che sono stati eseguiti.

Incertezza sulle coltellate  - "I cadaveri parlano, ma lo fanno lentamente", spiegano gli  esperti che chiedono "tempo e prudenza: ci vorranno giorni, un paio di settimane, per avere un quadro completo", spiegano. L'analisi del corpo, in avanzato stato di decomposizione, richiede cura: dal materiale trovato sotto le unghie, alle profondità delle ferite trovate sul corpo, dalle tracce rinvenute sui vestiti alla stato di conservazioni dei tessuti, tutto viene analizzato e catalogato con attenzione. Ancora, presto, insomma "per definire con esattezza il numero di colpi inferti contro Yara. Parti del corpo - dice chi da ore è impegnato nelle analisi scientifiche - si sono 'conservate' meglio, su altre invece il lavoro è più difficile".
Nulla, insomma, viene tralasciato per cercare di dare un nome a chi ha infierito sulla giovane promessa della ginnastica ritmica. L'equipe di esperti, guidata dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, spera di poter isolare e analizzare il Dna dell'assassino. Un elemento che imprimerebbe un'accelerazione alle indagini.

Yara potrebbe essere stata soffocata - C'è anche il soffocamento tra le ipotesi al vaglio dei medici legali. Secondo indiscrezioni, però, l'esatta causa della morte (che è uno dei quesiti principali cui devono rispondere gli anatomopatologi) non è stata ancora definitivamente accertata.

Per trovare l'assassino si cerca di isolare il Dna - Intanto proseguono le indagini. Gli inquirenti disporrebbero già dei profili genetici di 8-10 persone da utilizzare, se sarà necessario, per eventuali comparazioni. E' quanto sostiene il quotidiano l’Eco di Bergamo, secondo il quale si tratta di persone già sentite nelle scorse settimane. Anche il Corriere afferma che il prossimo passo nelle indagini potrebbe essere quello di affidarsi al Dna: “Se Yara è rimasta vittima di un maniaco e se questo maniaco è qualcuno che aveva adocchiato lei e conosceva i dintorni di Brembate, allora la prima pista da esplorare è quella dell’archivio”. In ogni caso le prime indiscrezioni circolate nell’ambiente tendono ad escludere che Yara sia stata oggetto di una violenza sessuale.

"Qualcuno ha visto ma non parla" - Il capo della Protezione civile di Brembate, Giovanni Valsecchi, però continua ad avanzare dei dubbi sul giallo del ritrovamento del cadavere di Yara in una zona che era stata già battuta dagli uomini impegnati nelle ricerche. In un'intervista a Repubblica, Valsecchi si dice convinto "che qualcuno ha visto ma non parla". "Non è possibile - dice Valsecchi - che nessuno a Chignolo, a Madone, a Brembate, non abbia visto. Qualcuno sa e non ha detto, forse per paura. Voglio capirlo anch'io".

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