11 mag 2011

Libia, i ribelli conquistano il porto di Misurata

Libia, i ribelli conquistano il porto di Misurata

Intanto, è giallo sulle sorti di Gheddafi. Secondo gli insorti sarebbe fuggito da Tripoli dopo il raid del 30 aprile, nel quale è rimasto ucciso il figlio Saif. Non ci sono conferme della notizia, ma da 10 giorni nemmeno la Nato sa dove sia. FOTO E VIDEO



Guarda
la Fotogallery

Guarda anche:
Guerra in Libia: LO SPECIALE
Guerra in Libia: tutte le immagini
Dalle proteste alla guerra: cronologia interattiva
(guarda in fondo all'articolo tutti i video sulla guerra in Libia)
Muammar Gheddafi ha lasciato Tripoli dopo il raid del 30 aprile in cui è rimasto ucciso
l'ultimogenito Saif al-Arab
, e si nasconde nel sud della Libia: a sostenerlo è un post sulla pagina Facebook dei ribelli libici, "Intifada del 17 febbraio".
"Gheddafi è scomparso - si legge nel messaggio - dalla morte nel raid Nato di Saif al-Arab. Secondo alcune informazioni non sarebbe più a Tripoli e si sarebbe nascosto nel deserto di Ash Sharyf", nel sud del Paese. Intanto, proseguono i combattimenti tra insorti e lealisti e l'aeroporto di Misurata è tornato in mano ai ribelli.

Che fine ha fatto Gheddafi? - Circa la fuga di Gheddafi da Tripoli, la notizia rilanciata dai ribelli non trova conferme, ma crescono gli interrogativi sulla sorte del leader libico, che non si fa vedere da dieci giorni e che neanche la Nato e il vescovo di Tripoli, notoriamente bene informato sul colonnello, sanno se è vivo o morto.
Il suo bunker, nella periferia di Tripoli, è stato bombardato più volte dall'inizio dell'offensiva dell'Alleanza atlantica, il 19 marzo, e da giorni si rincorrono voci su un suo presunto ferimento o sulla sua morte. Certo, stupisce la lunga 'latitanza' di un uomo che vive nell'ossessione della propria sicurezza ma ama essere al centro dell'attenzione, preferibilmente in pubblico. Secondo il vescovo, il 2 maggio il colonnello non è neanche andato ai funerali del figlio Saif al-Arab, ucciso nel bombardamento della sua casa assieme a tre nipoti del rais.

La sua ultima apparizione alla televisione di stato risale al 30 aprile, quando ha minacciato di "portare la guerra in Italia", dopo il via libera del governo ai raid italiani e nel contempo ha proposto alla Nato negoziati per porre fine ai raid. Dopo l'inizio della rivolta anti-regime, Gheddafi si era fatto vedere diverse volte in tv. Il suo discorso più memorabile è quello del 22 febbraio, cinque giorni dopo la 'Giornata della collera' a Bengasi che scatenò la feroce repressione delle forze di sicurezza e innescò la 'guerra civile' in Libia. In un 'discorso fiume' di 75 minuti alla tv, aveva minacciato di "ripulire la Libia casa per casa" se le proteste fossero continuate. Abbigliato con una tunica marrone, in piedi davanti ai resti della sua casa a Tripoli bombardata dagli americani nel 1986, con il suo Libro verde in mano, Gheddafi aveva usato toni ora furiosi ora disperati, picchiando anche i pugni sul podio. Aveva definito i manifestanti "Ratti, mercenari pagati da servizi segreti stranieri" e si era detto pronto a morire "da martire" pur di mantenersi al potere. Più tardi, nella notte, il rais era comparso di nuovo in tv, ma solo per 22 secondi, sotto la pioggia: inquadrato con un mantello, uno stravagante copricapo nero e sotto un ombrello bianco mentre stava per salire su un fuoristrada nella sua residenza, aveva esortato i suoi sostenitori ad "uscire dalle case e ad attaccare (gli oppositori) nei loro covi" L'Italia è stata più volte bersaglio degli strali di Gheddafi nelle sue apparizioni in tv: "Abbiamo costretto l'Italia a inginocchiarsi, a scusarsi per il suo colonialismo e a pagare i danni, l'abbiamo costretta ad ammettere i suoi errori. E' una cosa storica", aveva proclamato il 2 marzo.

I ribelli conquistano l'aeroporto di Misurata - Sul fronte del conflitto, i ribelli libici hanno conquistato l'aeroporto di Misurata dopo aspri combattimenti con le forze fedeli a Muammar Gheddafi.
Un corrispondente del canale satellitare con al Jazeera, parlando da Bengasi, ha citato un
portavoce degli insorti, secondo il quale "i ribelli hanno preso il pieno controllo dello scalo". Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha chiesto un "cessate-il-fuoco immediato e verificabile" in Libia, dove gli insorti stanno combattendo per mettere fine ai 41 anni di potere di Gheddafi.
Ban ha lanciato il suo appello a una conferenza stampa a Ginevra, dopo aver parlato con il primo ministro libico Al- Baghdadi Ali al- Mahmoudi.

Nessun commento:

Posta un commento