1 mag 2011

Libia, ucciso un figlio di Gheddafi. Assalto alle ambasciate

Libia, ucciso un figlio di Gheddafi. Assalto alle ambasciate

Saif al Arab, 29 anni, era nella sua casa di Tripoli con il padre Muammar che è rimasto illeso. Nell’attacco sarebbero morti anche tre nipoti del raìs. L'Alleanza però non conferma che ci siano state vittime. Attaccate la sede Onu e un edificio italiano



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Uno dei figli di Gheddafi, Saif al-Arab, sarebbe stato ucciso nella notte tra sabato 30 aprile e domenica 1 maggio da un raid della Nato sulla sua casa di Tripoli (GUARDA LE FOTO). Nell'abitazione, secondo il governo libico, si trovava anche il padre Muammar, rimasto illeso. Anche tre nipoti di Gheddafi sarebbero morti. La Nato ha confermato un attacco su Tripoli, ma non la morte del figlio del raìs.
"Ci hanno portato a vedere le salme, noi e i responsabili delle diverse chiese presenti abbiamo fatto una preghiera. Un imam presente ha fatto un discorso contro la barbarie di questo attacco che ha colpito innocenti e civili", ha detto ai microfoni di SkyTG24 monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli (guarda il video in alto).

Poco dopo la diffusione della notizia da parte del governo, a Tripoli è scattata la reazione della folla. La sede Onu è stata presa d'assalto e danneggiata costringendo le Nazioni Unite a evacuare il personale. Anche altre ambasciate, tra cui quella italiana, sono state attaccate.

Londra espelle l'ambasciatore libico - Nel condannare gli atti vandalici di stamattina, la Farnesina ha però assicurato che queste azioni, "gravi e vili", "non indeboliranno la determinazione dell'Italia a continuare la propria azione, insieme agli altri partner, a difesa della popolazione civile libica" come previsto dalla risoluzione 1973 dell'Onu. Inoltre, ha sottolineato il ministero degli Esteri italiano, il regime di Gheddafi è venuto meno "ancora una volta" ai propri obblighi internazionali sulla protezione delle sedi diplomatiche straniere. Non si conosce al momento l'entità dei danni subiti dall'ambasciata italiana, il cui personale era già stato evacuato il 18 marzo scorso, all'indomani dell'adozione da parte del Consiglio di sicurezza della risoluzione 1973.
E mentre le Nazioni Unite hanno reagito agli attacchi con la decisione di evacuare tutto il proprio personale dalla capitale libica, la Gran Bretagna ha espulso l'ambasciatore di Libia a Londra. "Ha 24 ore di tempo per lasciare il Paese", ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague in una nota.

La Nato non conferma la morte di Sai al Arab -
La Nato ha reso noto di aver condotto un attacco aereo su un centro comando nel complesso di Bab al-Aziziya a Tripoli, residenza di Gheddafi, ma non ha confermato la morte di un figlio del raìs, Saif al Arab, annunciata dal governo libico.
Il comandante delle operazioni della Nato sulla Libia, il generale canadese Charles Bouchard, ha dichiarato che "la Nato ha continuato i suoi attacchi di precisione contro le installazioni militari del regime a Tripoli, compreso l'attacco a un noto edificio di comando e controllo nell'area di Bab al-Azizya poco dopo le ore 18 GMT (le 19 in Italia) di sabato 30 aprile".
"Tutti gli obiettivi della Nato sono di natura militare - ha aggiunto Bouchard - Non prendiamo di mira individui... Sono a conoscenza di notizie di stampa non confermate secondo le quali alcuni membri della famiglia Gheddafi potrebbero essere stati uccisi... Noi siamo rammaricati per ogni perdita di vite umane".

Saif Al Arab - Saif al Arab Gheddafi aveva 29 anni ed era il sesto figlio del leader libico, colui che aveva mantenuto il profilo più basso tra i figli da quando la crisi ha avuto inizio. Secondo i media americani, a differenza del fratello Saif al Islam, al Arab non era mai apparso in televisione e aveva rilasciato pochissime dichiarazioni pubbliche. Saif al Arab Gheddafi era nato a Tripoli nel 1982. Sua madre è Safia Farkash, la seconda moglie del Colonnello.
Saif al Arab nel 2006 si era iscritto alla Technical University di Monaco di Baviera, in Germania. Secondo quanto riferito da Al Jazeera, il figlio di Gheddafi nel suo periodo universitario a Monaco aveva passato il tempo più che altro andando a feste e dedicandosi a business non specificati. Secondo una denuncia alla polizia tedesca, nel 2006 Al Arab fu coinvolto in una rissa con un buttafuori in un nightclub di Monaco. Nel 2008 sempre a Monaco fu presentata una nuova denuncia per l'eccessivo rumore che faceva la sua Ferrari F430, che fu sequestrata. Al Arab Gheddafi fu sospettato, nel 2008, di tentare di portare una pistola e delle munizioni da Monaco a Parigi servendosi di un'auto dotata di targa diplomatica. Il caso fu successivamente lasciato cadere dalle autorità tedesche per insufficienza di prove. La risoluzione 1970 dell'Onu aveva imposto un divieto di viaggio a Saif Al Arab, ma non il sequestro dei suoi beni all'estero, come per altri figli dei raìs. Dopo l'inizio della rivolta, il giovane Gheddafi era stato mandato dal padre all'est al comando di truppe per combattere gli insorti.

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