18 set 2011

Bossi: referendum per la Padania libera

Bossi: referendum per la Padania libera


Il leader della Lega: "Bisogna trovare la strada perché la gente non ne può più ma io sono per trovare la via democratica". Calderoli: "Senza di lui non saremmo nulla". Maroni: "Al governo fino a quando decide il Senatùr".

"Ma come si fa a stare in un Paese che sta addirittura perdendo democrazia? Il fascismo è ritornato con altri nomi e facce". E' un Bossi a muso duro, quello che arringa la folla di militanti a Venezia.
Prima se la prende con i giornalisti ("sono dei grandissimi stronzi. Sono degli Iago. Raccontano bugie. Attaccano la mia famiglia perché non possono attaccare me. Sono dei disgraziati"), alludendo probabilmente alle polemiche scatenate da un articolo pubblicato su Panorama.
Poi profila persino un referendum per rendere la "Padania libera", come urla il pubblico evocando la secessione.  "Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perché un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l'Italia". "D'altra parte se l'Italia va giù la Padania va su". "Bisogna trovare la strada - prosegue il Senatur - perché la gente non ne può più ma io sono per trovare la via democratica".
Infine, rivendica il ruolo svolto dalla Lega, che "ha convinto" il ministro dell'Economia e il governo a non toccare le pensioni nell'ambito della manovra.  "Abbiamo convinto Treonti - dice il Senatùr - a non toccare le pensioni. E chi se ne frega dell'Europa che vuole tagliare tutto".

Calderoli: "Senza Bossi non saremmo nulla" - Prima dell'intervento del leader della Lega, erano intervenuti i ministri Calderoli e Bossi.
Il primo aveva difeso la leadership del Carroccio senza mezzi termini: "Vorrei anche tirare le orecchie a qualcuno che dice: 'Bisogna far di qui, bisogna far di lì', e poi gli danno spazio sui giornali perché parla fuori dal coro. No ai fratelli coltelli come fa qualcuno. Se non c'era Bossi, non c'era la Lega. Se c'è da presentarsi vengono e dico: 'io rappresento la Lega' e poi dopo dicono: 'io rappresento l'istituzione'. E no, polvere sei e polvere ritornerai. Io, Maroni, gli altri noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai più realisti del re che senza Bossi non sarebbe niente", aggiunge.

Maroni: "Saremo al governo fino a quando ce lo dirà Bossi" - Il governo, dal punto di vista leghista, andrà avanti finché lo dirà Bossi, anche in situazione difficile, dice invece il ministro dell'Interno Roberto Maroni.
"Andare avanti è difficile", ha ammesso, aggiungendo però che per il Carroccio "il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi".
Poi un duro attacco, che resto però non meglio specificato: "E mentre noi ci danniamo per strappare risultati concreti c'è chi si occupa di certe porcate". "Basta sentire parlare di intercettazioni, case fantasma offerte da misteriosi benefattori. Questo modo romano di far politica non è quello che ci ha insegnato Bossi".

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