8 mar 2011

Gheddafi pronto a trattare

Gheddafi pronto a trattare

Il rais avrebbe proposto una sua uscita di scena con la garanzia dell'incolumità, ma i rivoltosi avrebbero rifiutato. La Nato e Obama premono per un intervento militare. La Conferenza islamica: serve una no fly zone. Russia e Cina frenano. FOTO E VIDEO

08 marzo, 2011

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Il leader libico Muammar Gheddafi ha offerto agli insorti una sua eventuale uscita di scena in cambio di garanzie sull'incolumità sua e dei suoi familiari e sul proprio patrimonio, e chiedendo assicurazioni che non sarà portato davanti a un tribunale.
E' quanto ha riferito il quotidiano saudita pubblicato a Londra Asharq al Awsat, citando fonti vicine agli insorti, e la tv satellitare del Qatar Al Jazira. Quest'ultima ha anche riferito che nella serata di lunedì 7 marzo i ribelli hanno respinto la proposta. La notizia è stata comunque smentita dalla tv di Stato.
E sempre lunedì è comparso alla tv di Stato libica Jadallah Azouz al Talhi, un ex primo ministro, rivolgendo un appello ai rivoltosi in cui chiedeva di "dare una possibilità al dialogo nazionale come soluzione per risolvere la crisi, per fermare lo spargimento di sangue ed evitare che gli stranieri vengano a prendersi il nostro Paese un'altra volta".
E' stato il primo gesto di 'apertura' del genere, e il fatto che Talhi abbia parlato in televisione indica che il suo intervento aveva ricevuto l'ok del governo. Proprio Talhi, che è originario dell'est della Libia, secondo Al Jazira è stato inviato da Gheddafi a portare al Consiglio nazionale a interim costituitosi a Bengasi l'offerta del colonnello: convocare una sessione del Congresso generale del Popolo (il Parlamento libico) in cui annunciare il trasferimento di potere.
La notizia è stata subito rilanciata su Twitter, dove si sono susseguiti i messaggi e i commenti a riguardo.
Ma nella serata di lunedì 7 marzo l'emittente qatariota, citando il proprio corrispondente a Bengasi, ha riferito che il Consiglio degli insorti ha respinto l'offerta perché avrebbe portato a una "onorevole" uscita di scena per Gheddafi e sarebbe stata insultante per le sue vittime.

"Pronti a intervenire" - Intanto, prosegue la mobilitazione internazionale. La Nato è pronta ad un intervento militare in Libia, in particolare a una no-fly zone, se Gheddafi continuerà a bombardare i civili. E' quanto ha sostenuto il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, ed è quanto hanno confermato Obama e il segretario dell'Organizzazione della Conferenza islamica (Oci), Ekmeleddin Ihsanoglu. Serve però un mandato dell'Onu, e Russia e Cina al momento sono contrarie.
Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, che all'Onu premono per una no-fly zone sui cieli della Libia, sperano di ottenere il via libera (o almeno l'astensione)  grazie alle pressioni internazionali che proprio il mondo arabo sta facendo in queste ore per ottenere un intervento internazionale contro Muammar Gheddafi.
Come detto con chiarezza dal ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, ambasciatore all'Onu ai tempi della guerra in Iraq, Mosca rimane contraria all'opzione militare per la Libia, e sulla stessa linea appare Pechino, il cui ambasciatore Li Baodong è presidente di turno dei Quindici a marzo.
Anche se non ci sono né tempi precisi né scadenze per l'esame della nuova risoluzione che Francia e Gb, con l'appoggio degli Usa, stanno preparando in queste ore, l'idea è di essere pronti a far intervenire la comunità internazionale - e non solo la Nato dai sapori troppo neo-coloniali - in tempi brevi, se risulterà necessario, e soprattutto se la situazione peggiorerà nel frattempo in Libia.

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