28 feb 2011

La voglia di democrazia arriva in Cina Seconda protesta dei «Gelsomini»

La voglia di democrazia arriva in Cina Seconda protesta dei «Gelsomini»

SHANGHAI - Sull’onda delle rivolte popolari del Nordafrica, anche in Cina inizia a soffiare il vento della protesta. Ieri, per la seconda volta in una settimana, nuova contestazione pro-democrazia organizzata via Internet dai gruppi di anonimi oppositori, che si sono battezzati “Gelsomini”.

Di fronte al “pericolo” di un’ondata di manifestazioni come quelle del Maghreb, l’apparato oligarchico governativo di controllo delle masse si è mobilitato. Centinaia di poliziotti, in divisa e in borghese si sono mobilitati e hanno presidiato i luoghi della “protesta dei Gelsomini” a Pechino, Shanghai e in altre 18 città minori della Repubblica Popolare Cinese, indicate sui messaggi circolati in Internet.

A Pechino poliziotti con cani e idranti in azione. Nella capitale si sono registrati momenti di forte tensione con le forze di polizia che non hanno esitato a fare uso della forza per evitare che giornalisti, in maggioranza stranieri, avessero potuto documentare i momenti salienti della manifestazione, che si è svolta davanti al ristorante McDonald sulla centrale via Wang Funjing. Camion con idranti, agenti con cani al guinzaglio, chiusura forzata di un vasto tratto della strada sono seguiti ai controlli a tappeto. In precedenza, molti giornalisti stranieri avevano ricevuto avvertimenti telefonici e convocazioni dalla polizia che li ha invitati a “rispettare le leggi” e a praticare un “giornalismo responsabile”.

Controlli a tappeto a Pechino. Da quello che si è appreso poliziotti in divisa hanno malmenato un cameramen statunitense e trattenuto un gruppo di giornalisti tra cui uno dei corrispondenti della Bbc. Stessa sorte per un gruppo di turisti chesi sono trovati lì per caso, mentre si stavano recando in visita alla vicina “Città proibita”. Di sicuro, gli appelli lanciati dai promotori per una seconda giornata di protesta hanno gettato nel panico l’apparato di sicurezza cinese, che si è mobilitato con tutta la sua notevole forza per impedire la fantomatica manifestazione ispirata, secondo gli organizzatori, dalle rivoluzioni in Egitto e Tunisia. Dopo i tafferugli e la confusione di domenica scorsa cinque persone sono state arrestate e sembra che saranno accusate di “incitamento alla sovversione” per aver riprodotto su Internet l’appello degli promotori, che rimangono sconosciuti. Tre avvocati democratici sono scomparsi dalla scorsa settimana.

Analoghe tensioni a Shanghai, dove i manifestanti si sono dati appuntamento davanti al Peace Cinema, accanto alla centralissima Tibet Road, dove di solito la domenica stazionano moltissimi anziani. La sorpresa – sia dei manifestanti, sia della polizia è stata proprio questa: gli anziani, al contrario d’ogni aspettativa, sono rimasti e hanno preso parte alla manifestazione Per evitare l’assembramento – come documentato da un video girato con un telefonino da un nostro concittadino – la polizia, di certo più tollerante rispetto a quella di Pechino, ha fatto pulite più volte quel tratto di Tibet Road, vicino alla centralissima Piazza del Popolo, la più importante della città, dai mezzi con idranti della nettezza urbana, costringendo le persone ad allontanarsi dalla sede stradale per non essere “innaffiate”. Gli agenti hanno spinto la folla sui marciapiedi per far passare l’autobotte e i piccoli mezzi pulisci strade, che usano spazzole sulla strada. Cinque persone sono state prese dagli agenti e fatti entrare in un cellulare. Agenti con fischietti e megafono urlavano alla folla, che rispondeva con ‘oh, oh, oh’.

Anziani in strada a protestare. «Riprendi tutto – ha detto un anziano all’Ansa – il governo ha paura. La Cina non va bene». Un altro giovane si è avvicinato e ha detto di fare attenzione. Dopo i momenti di tensione, molti anziani si sono riuniti e commentavano, lamentandosi dei prezzi delle case, degli stipendi bassi, della corruzione. Quando la polizia si avvicinava per disperdere i gruppetti, gli anziani si tappavano le orecchie per non essere storditi dai fischietti degli agenti e si lamentavano con l’“oh, oh, oh”. «Dobbiamo venire qui sempre – ha detto all’Ansa Lee, un giovane che aveva letto su Internet l’invito – ogni domenica, perché il governo ha paura di noi. E noi possiamo cambiare le cose. La Cina appartiene a noi, non ai governanti corrotti».

Washington, si blocca la scala mobile: caduta di massa in metro

Washington, si blocca la scala mobile: caduta di massa in metro




WASHINGTON - La scala mobile si blocca e tutti i passeggeri fanano a terra in contemporanea. La scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza della stazione «L'Enfant Plaza» della metropolitana di Washington. Appena la scala si blocca va in scena una vera e propria caduta di massa.


Napoli, nel palazzo dove nacque Totò traffico e spaccio di marijuana

Napoli, nel palazzo dove nacque Totò
traffico e spaccio di marijuana

NAPOLI - Spaccio di marijuana al civico 109 di via Santa Maria Antesecula: un indirizzo che a Napoli, e non solo a Napoli, dice parecchio visto che proprio lì è nato il grande Totò. È in quello stabile che la polizia ha scoperto una vera e propria base di spaccio gestita da una coppia di coniugi: a finire in manette, nel Rione Sanità, Giovanni Quagliozzi, 27 anni, e Rita Aprea, 23 anni, per la quale sono stati disposti i domiciliari visto che è anche mamma di una bimba di 19 mesi.

Dopo una perquisizione domiciliare, i coniugi, alla vista della polizia, hanno tentato di disfarsi di due grosse buste, lanciandole da una finestra, contenenti oltre 2 kg di marijuana.

All'interno dell'abitazione, invece, i poliziotti hanno sequestrato nove piante fresche, di oltre un metro di altezza, e sostanza vegetale, risultata essere sempre marijuana.

Agropoli, giovane muore al Monaldi Indagati quattro medici napoletani

Agropoli, giovane muore al Monaldi
Indagati quattro medici napoletani.

AGROPOLI - Indagati quattro sanitari dell'ospedale Monaldi di Napoli per la morte di un uomo di Agropoli, nel Cilento. La procura della Repubblica di Napoli ha infatti iscritto nel registro degli indagati i sanitari del nosocomio partenopeo in seguito alla morte di Carmine Palluotto, un 35enne di Agropoli deceduto lo scorso 21 febbraio.
Il giovane, ricoverato per tre settimane al Monaldi in seguito ad una pleurite, era morto due ore dopo essere stato dimesso dalla struttura ospedaliera, presso la propria abitazione agropolese.

In seguito al decesso, i genitori avevano sporto denuncia per verificare eventuali responsabilità sulle cause della morte.

Sulla vicenda nuova luce potranno fornire gli esami istologici effettuati questa mattina dal medico legale Adamo Maiese, incaricato dalla procura napoletana per l'autopsia e i cui risultati sono attesi all'inizio della prossima settimana.


Palermo, esonerato Delio Rossi Contro la Lazio in panchina c'è Cosmi

Palermo, esonerato Delio Rossi
Contro la Lazio in panchina c'è Cosmi

PALERMO - Il Palermo Calcio ha esonerato dall'incarico di allenatore Delio Rossi, «al quale - si legge in una nota della società - vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto». Il nuovo allenatore è Serse Cosmi.
Cosmi - fa sapere il Palermo - dirigerà il primo allenamento della squadra domani, alla Borghesiana di Roma, quindi, intorno alle 18,30, verrà presentato alla stampa nella sala conferenze del centro sportivo. Il neoallenatore del Palermo è nato a Perugia il 5 maggio 1958 e, nella propria carriera, ha guidato Pontevecchio, Arezzo, Perugia, Genoa, Udinese, Brescia, Livorno. Adesso è stato chiamato da Zamparini per risollevare le sorti del Palermo che domenica sera giocherà all'Olimpico contro la Lazio.

«Sono orgoglioso di affrontare un'avventura così importante». Sono le prime parole da allenatore del Palermo di Serse Cosmi. «Lavorerò per una società prestigiosa e una città straordinaria. È l'occasione che cercavo da tempo», conclude Cosmi sul sito ufficiale del club rosanero.

E il premier Berlusconi ironizza: «Stasera il Milan batterà il Sud»

E il premier Berlusconi ironizza:
«Stasera il Milan batterà il Sud»

MILANO - Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che stamani a Milano è intervenuto all'Unione del Commercio, ha scherzato con il presidente Carluccio Sangalli, sulla partita di questa sera fra Milan e Napoli. «Questa sera - ha detto a Sangalli - andiamo a San Siro per vedere il Milan battere il sud». Poi, rivolto a Ignazio La Russa, tifoso nerazzurro, ha aggiunto: «io tifo Inter solo quando non gioca il Milan».

Processo Mediaset, premier contumace «I legali mi impediscono di andare»

Processo Mediaset, premier contumace
«I legali mi impediscono di andare»

Berlusconi forse in aula l'11 aprile
Ghedini: «Ci impediscono di difenderci»

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi è stato dichiarato contumace, perché non presente in udienza, dai giudici alla ripresa del processo Mediaset in corso a Milano. I difensori del premier non hanno presentato alcun legittimo impedimento per l'udienza odierna. Il processo in cui è imputato fra gli altri Berlusconi riguarda presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset.

«Come sempre io voglio andare. I miei avvocati me lo impediscono», ha detto il premier. «Proprio Ghedini - ha però aggiunto - mi ha detto che oggi c'era il posizionamento delle udienze e quindi non era necessaria la mia presenza».

«Dobbiamo riprendere le fila di una complicata istruttoria». Con queste parole, il presidente del collegio della prima sezione penale, Edoardo D'Avossa ha dato il via ai lavori per la ripresa del processo. Successivamente D'Avossa ha fatto l'appello delle parti, dichiarando la contumacia, tra gli altri, di Berlusconi, non presente in aula e che non ha presentato istanza di legittimo impedimento.

Il processo è poi stato rinviato al prossimo 11 aprile data compatibile anche con gli impegni del premier. Il processo riprenderà con l'audizione dei testi della difesa di una degli imputati. Inoltre i giudici hanno stabilito che le difese entro il 31 marzo debbono presentare le liste dei loro testimoni «ai fini di consentire al tribunale di ridurre - come ha letto il presidente in aula - le liste abbondanti e superflue».

«È verosimile che l'11 aprile il presidente Berlusconi sarà in aula», ha detto uno dei difensori del premier, l'avvocato Niccolò Ghedini. «Non è nostra intenzione fare prescrivere i presunti reati, ma la nostra intenzione è fare il processo ed avere la possibilità di difenderci», ha aggiunto Ghedini, che ha criticato duramente l'ordinanza letta oggi dai giudici in aula con la quale si chiede alle difese di "sfoltire" le liste dei loro testimoni. «Oggi il tribunale ci ha detto di ridurre i testi delle difese - ha chiarito Ghedini - se questo è il giusto processo».

«Se ci impediranno di difenderci - ha proseguito l'avvocato - ci troveremo di fronte a una situazione di eccezionale gravità». Ghedini ha rimarcato il fatto che «dopo sei anni di processo con i testi del pm, oggi il tribunale ci dice che dobbiamo ridurre quelli della difesa. Come si può fare un processo solo con i testi dell'accusa?». Ghedini ha sottolineato che la stessa situazione si è verificata nel processo Mills: «Abbiamo presentato una lista con sessanta testi - ha chiarito - e ce ne hanno dati soltanto tre». Ed ha concluso: «Se ci daranno i nostri testimoni faremo il processo».

Longo: i processi li vinciamo. «Non sono preoccupato per nessuno dei quattro processi, perché li vinciamo», ha detto l'altro legale del premier, l'avvocato Piero Longo. «Sono tredici anni che assistiamo Berlusconi - ha spiegato l'avvocato - e non è stato mai condannato». Dunque, ha proseguito il legale, «non sono preoccupato» per i 4 procedimenti a carico del premier: quello sulla compravendita dei diritti tv Mediaset, quello MediaTrade, il processo Mills e quello sul caso Ruby, che vede imputato il premier per concussione e prostituzione minorile.

Berlusconi attacca Napolitano: «Interviene puntigliosamente su tutto»

Berlusconi attacca Napolitano:
«Interviene puntigliosamente su tutto»


«Ne ho piene le scatole, sogno di tornare un privato cittadino»
Il Pd: assecondi i suoi desideri, se ne vada.

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi, fra una battuta sul bunga bunga e un'altra sui suoi processi, arriva a Milano per presentare una iniziativa del Pdl e incontrare gli imprenditori lombardi e attacca a tutto campo: se la prende con il Quirinale, il Parlamento, i comunisti, i giudici, la Corte costituzionale, i giornali e Fini.

L'attacco al Colle. Il presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità di una riforma istituzionale per modernizzare il Paese e ha spiegato come, secondo lui, funziona l'iter di una legge e il ruolo dei vari poteri, compreso quello del capo dello Stato e del suo staff «che interviene puntigliosamente su tutto».

«Quando decidiamo una legge - ha spiegato il Cavaliere - avendo avuto l'ok dal presidente della Repubblica e dal suo staff che interviene puntigliosamente su tutto, la mandiamo in parlamento, entra nelle commissioni, viene discussa e cambiata, poi va nell'aula, poi nell'altra e ancora nelle commissioni, viene discussa, vi sono i veti dei giudici che dicono la loro anche quando non dovrebbero e autorità che intervengono quando non devono intervenire». «Poi - ha aggiunto - se per caso al capo dello Stato non piace, ritorna alla camera e al parlamento e se non piace ai pubblici ministeri di sinistra, ricorrono alla corte costituzionale che la abroga».

«In parlamento lavorano 50-60 persone, tutti gli altri stanno lì, fanno pettegolezzo e poi seguono ciò che dice il capogruppo», ha continuato Berlusconi. «C'è - ha spiegato il premier - uno spreco di energie e di professionalità che è veramente incredibile».

«Ne ho piene le scatole, sogno di tornare a essere un cittadino privato», ha quindi sostenuto Berlusconi. «I sondaggi dicono che ho il 51% delle preferenze e per questo non posso andarmene perché potrebbero pensare che io abbia disertato e non posso quindi finire la mia carriera politica con un giudizio negativo da parte di tutta l'Italia», ha continuato. «Sono deciso ad andare avanti fino in fondo perché non voglio avere il giudizio negativo del 100% degli italiani», ha quindi ribadito Berlusconi.

«Non è una opposizione socialdemocratica, abbiamo ancora i vecchi comunisti che non hanno cambiato in nulla», è stato poi il consueto attacco all'opposizione in parlamento che a suo avviso è guidata da «Bersani, che sta lì ad aspettare e quando noi diciamo bianco, lui dice nero». Secondo il premier l'opposizione vuole «rimettere l'Ici sulla casa, raddoppiare le imposte su Bot e Cct mettere una nuova patrimoniale e tenere le frontiere non aperte, ma spalancate». Ultimo obiettivo dell'opposizione, a dire di Berlusconi, «sono le intercettazioni a go go, e poi i loro amici pm si divertono».

«Le intercettazioni nei paesi civili non sono neanche valide come prove», ha quindi osservato il Cavaliere. Secondo Berlusconi le intercettazioni sono anche formate da «computer che catturano parole e le mettono insieme, e poi ci sono gli imitatori». A suo avviso «non viviamo in un Paese libero in cui ciascuno può parlare liberamente al telefono senza essere ascoltato e vedendo poi quello che dice il giorno dopo sui giornali».

«Dopo la diaspora di Fini abbiamo una maggioranza meno grande ma possiamo fare le riforme che prima venivano bloccate dallo statalismo di Fini - ha quindi insistito il premier -. In particolare, in materia di giustizia c'era un patto tra Fini e il sindacato dei magistrati, l'Anm, per bloccare le riforme. Questo spiega perché non è stata ancora fatta la riforma sulle intercettazioni».

«Cosa c'è?»: così il presidente del Consiglio ha poi risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto se sia preoccupato per il 6 aprile, cioè il giorno in cui inizierà il processo sul caso Ruby, in cui è imputato i concussioe e prostituzione minorile. Alla successiva domanda, se andrà quel giorno in tribunale, Berlusconi ha risposto: «Io sono l'uomo più processato d'Italia e per i processi ho avuto 2.952 udienze. Quando mi dicono di farmi processare io penso "perdonali perché non sanno quello che dicono"».

Berlusconi ha poi proposto un incontro agli imprenditori lombardi e ironizzato sulle sue vicende giudiziarie. «Se accettate - ha sottolineato - io sono a disposizione. Ho portato l'agenda, anche se non è molto libera» con «cinque udienze in undici giorni». «Se vi dico - ha aggiunto - quanto ho speso in consulenti e avvocati credo sveniate, in lire più di 600 miliardi».

«La campagna elettorale la vedo lontano, alla scadenza naturale della legislatura perché oggi sarebbe una cosa dannosa», ha dichiarato ancora il presidente del Consiglio. «Sarebbe una cosa dannosa - ha spiegato Berlusconi - affrontare una campagna elettorale in questa situazione, stretti tra una crisi finanziario-economica globale dalla quale stiamo uscendo ma non è ancora terminata e la situazione che si è creata in tutta la costa sud del mediterraneo».

«Ove il Terzo polo persistesse nella volontà di essere alleato con la sinistra i sondaggi ci danno un risultato del Terzo polo inferiore al 10% e Fli all'1,3%», ha quindi sostenuto il premier.

«Presto manderemo in parlamento le modifiche all'articolo 41 della Costituzione», ha inoltre annunciato il presidente del consiglio. «Dopo tre mesi di dibattiti in parlamento - ha proseguito il capo del governo - avremo una legge valida, che farà sì che chi vuole realizzare un albergo lo potrà fare e poi avrà le verifiche da parte di un esponente della pubblica amministrazione per vedere se ha rispettato le leggi ambientali e urbanistiche».

«I giornali? Sopravvivo benissimo perché non li leggo», ha detto infine il presidente del Consiglio.

«Un consiglio a Berlusconi: assecondi i suoi desideri, torni ad essere un privato cittadino, magari comunicando le sue dimissioni con un videomessaggio che qualcuno più avveduto di lui saprà senz'altro scrivere», ha detto Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd che ha aggiunto: «È durata davvero poco la strategia da statista di Berlusconi. Mentre gli italiani fanno i conti con la disoccupazione, i tagli ai servizi essenziali, le difficoltà delle imprese e una crescita a rilento, il presidente del Consiglio torna a fare l'imbonitore. Ma siccome la merce è ormai scaduta, per spiegare i mancati risultati del suo governo non trova di meglio che attaccare il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento. Ancora una volta - conclude la Bindi - «si dimostra la sua antropologica estraneità al gioco democratico e alle regole
dello Stato di diritto».

«Viene da chiedersi se Berlusconi, quando ha giurato sulla Costituzione, l'abbia letta o meno. Sono francamente incomprensibili i rilievi che costantemente muove all'assetto costituzionale del nostro Paese», ha affermato Nello Formisano (Idv), vicepresidente della Commissione Bicamerale per la Semplificazione, che conclude: «Hanno ragione quegli italiani i quali sostengono che se tornasse a fare il privato cittadino ne guadagnerebbero tutti, premier compreso».

"Così ho trovato il corpo di Yara"

"Così ho trovato il corpo di Yara"

A SkyTG24 la testimonianza di Ilario Scotti, che ha scoperto le spoglie della ragazza: "Dieci secondi per realizzare che non erano un mucchio di stracci". Secondo alcune fonti in quei luoghi le ricerche non sarebbero state approfondite. FOTO E VIDEO

28 febbraio, 2011

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(in fondo all'articolo tutti i video sul caso Yara)

"Dieci, quindici secondi, il tempo che ci vuole per realizzare che non erano un mucchio di stracci". Ilario Scotti, l'uomo che ha ritrovato il corpo di Yara Gambirasio, rievoca così quei momenti di sabato 26 febbraio, quando le spoglie della ragazza sono state trovate in un cqampo a circa 10 km dalla comunità bergamasca. "Non ho pensato a Yara, né a nessun'altra cosa", aggiunge.

Lunedì pomeriggio l'autopsia - Intanto, in queste ore, a Milano si sta procedendo all'autopsia. Dall'esame medico-legale si dovrebbe capire qualcosa di più sulle modalità dell'omicidio della giovane promessa della ginnastica ritmica il cui corpo, trovato in una zona isolata a Chignolo d'Isola, è in avanzato stato di decomposizione.
Dai primi accertamenti, Yara è stata uccisa a coltellate, probabilmente sei, anche se allo stato attuale è impossibile definire quanti fendenti sono stati inferti.
Così come, al momento, non è possibile dire se la 13enne sia stata violentata dal suo assassino. Quello su cui pare convergano medici legali e investigatori è che Yara sia stata uccisa subito dopo la sua scomparsa da Brembate di Sopra, la sera del 26 novembre scorso.

"In quei luoghi ricerche non approfondite" - E sul ritrovamento del corpo (e soprattutto sul fatto che sarebbe rimasto nello stesso luogo da circa tre mesi) non riesce a darsi una spiegazione il capo della Protezione civile di Brembate Giovanni Valsecchi, i cui uomini hanno battuto più volte la zona nelle ultime settimane: "Mi hanno detto che hanno setacciato più di una volta quel luogo, sono posti impervi, ma hanno anche loro dei dubbi che magari sia sfuggito. E’ una zona setacciata anche con i cani più di una volta”.
Ma secondo altre fonti investigative emergono altre informazioni.
Nel campo vicino alla zona industriale di Chignolo d'Isola (Bergamo) dove è stato trovato il cadavere le ricerche sono state compiute, ma secondo alcune indiscrezioni non in modo particolarmente approfondito. Il particolare emerge dagli accertamenti in corso da parte degli inquirenti che devono capire esattamente chi abbia condotto le ricerche nell'area incolta dove sono stati trovati i resti, in quale data e con quale metodologia. "Non si tratta di gettare la croce su nessuno, sia ben chiaro", dice un investigatore. "Ma il particolare è fondamentale per capire se Yara possa essere stata abbandonata lì da tempo o più di recente".

Gb,gatto di Cameron non caccia topi

Gb,gatto di Cameron non caccia topi

A Downing Street preferisce dormire

Larry, il gatto "assunto" dal primo ministro David Cameron per sterminare i topi che infestano la sua residenza di Downing Street, si è rivelato un fannullone. "E' più interessato ai sonnellini che a dare a caccia ai ratti", ha scoperto l'Independent on Sunday. E come se non bastasse, quando deve sfogare i suoi istinti felini, il gatto di casa Cameron lo fa sfoderando le unghie contro il malcapitato personale della residenza.

Lo stesso premier a quanto pare si è lamentato: Larry perde il pelo e i completi di Savile Row del premier britannico ne mostrano le tracce.

Ma è stato soprattutto il fiasco nel mandato principale per cui era stato chiamato a Downing Street che sta creando problemi per Larry anche tra i suoi più accesi sostenitori: ''Il problema è che gli manca l'istinto assassino'', ha detto al domenicale un recente ospite della residenza.

Gli addetti ai lavori hanno suggerito ai sudditi di Sua Maestà di pazientare: non si può avere tutto e subito. ''Un gatto che cambia casa ha bisogno di almeno otto settimane per rimbientarsi durante le quali non deve essere fatto uscire a nessun costo'', ha detto un veterinario del Battersea Dogs and Cats Home da cui Larry è stato adottato tre settimane fa su spinta, pare, dei figli del primo ministro.







Brasile, 17 persone morte folgorate

Brasile, 17 persone morte folgorate

Tragedia durante parata pre-carnevale

Diciassette persone sono rimaste folgorate a Bandeiro do Sul, in Brasile, durante un incidente in una grande parata pre-carnevale. Lo ha riferito la polizia, precisando che i fuochi artificiali lanciati dalla gente hanno fatto cadere una linea elettrica sulla folla dietro un camion che diffondeva musica. Le persone sarebbero in gran parte morte dopo essere state colpite direttamente dai cavi elettrici. Decine di altri partecipanti sono rimasti feriti.

L'incidente è accaduto nello Stato del Minas Gerais, a Nord di Rio. Centinaia di persone stavano partecipando a una sfilata in vista del carnevale quando alcuni fuochi d'artificio hanno colpito una linea elettrica. Le conseguenze sono state devastanti. I cavi sono caduti sulla folla che seguiva un camion utilizzato per la diffusione della musica, uccidendo almeno diciassette persone.

Le sfilate del carnevale, che inizia ufficialmente venerdì, sono frequenti e molto affollate in Brasile, dove per la popolazione rappresentano un appuntamento imperdibile. Ogni anno migliaia di persone scendono in strada per ballare al ritmo della samba.

Yara, attesa per l'autopsia

Yara, attesa per l'autopsia

Si cercano le prime risposte al giallo

Si terrà oggi a Milano l'autospia sul cadavere di Yara Gambirasio. L'equipe di esperti, guidata dall'anatomopatologa milanese Cristina Cattaneo, potrà fornire le prime risposte su come e quando è morta la 13enne. Da un primo esame autoptico, svolto sul luogo del ritrovamento, sarebbero emerse sei ferite sulla schiena, sul collo e su un polso, compatibili con quelle di un'arma da taglio. Domenica la salma è stata riconosciuta dai genitori.

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Nel campo solo ricerche marginali
Nel campo dove è stato trovato il cadavere di Yara, le ricerche erano state compiute, ma secondo alcune indiscrezioni, non in modo particolarmente approfondito. Il particolare emerge dagli accertamenti in corso da parte degli inquirenti che devono capire esattamente chi abbia condotto le ricerche nell'area incolta dove sono stati trovati i resti, in quale data e con quale metodologia. "Non si tratta di gettare la croce su nessuno, sia ben chiaro" dice un investigatore. Ma il particolare è fondamentale per capire se Yara possa essere stata abbandonata lì da tempo o più di recente.

I genitori dei compagni di scuola: "Senza parole"
Nessuna voglia di parlare, silenzio e riservatezza. Ancora scossi dalla notizia della morte di Yara Gambirasio, i genitori dei ragazzini che frequentano la scuola media delle suore Orsoline di Bergamo sono entrati nel cortile dell'istituto a testa bassa, tenendo i figli per la mano. ''Non ci sono parole'', e ancora ''è un dolore troppo grande'', sono le brevi frasi che hanno ripetuto alcuni dei genitori, entrando e uscendo dalla scuola prima dell'inizio delle lezioni.

Parla l'uomo che ha trovato il corpo
Parla per la prima volta Ilario Scotti, l'uomo che sabato pomeriggio ha trovato nelle campagne della Bergamasca il cadavere di Yara Gambirasio. "Mi sono addentrato nel campo per recuperare il mio aeroplanino - racconta a L'Eco di Bergamo -. Quando l'ho trovato ho notato qualcosa fra le sterpaglie. La prima impressione è di aver visto un mucchio di stracci buttati lì da qualcuno. Ma appena mi sono reso conto che era una persona ho chiamato il 113". Leggi l'articolo.

Fiori sul banco di scuola
Un mazzo di fiori sul banco vuoto e ancora tanti messaggi d'affetto. Così i compagni di Yara Gambirasio hanno voluto ricordare la tredicenne uccisa e abbandonata in un campo a pochi chilometri da casa. Ad accogliere alunni e genitori all'entrata della scuola media delle Orsoline, la preside, suor Carla Lavelli. "Chi commesso un atto del genere dovrebbe ritrovare la propria umanità e costituirsi", ha detto.

Yara avrebbe tentato di ribellarsi
Qualche filo d'erba strappato tra le mani e le ferite sul polso. Sono questi gli elementi che farebbero pensare a un ultimo disperato tentativo di ribellarsi al suo omicida da parte di Yara Gambirasio.

In tasca manca il cellulare
I vestiti trovati indosso a Yara sono gli stessi che la ragazzina portava la sera della scomparsa. Tra i capelli l'elastico rosso e in tasca le chiavi di casa e l'iPod. All'appello manca solo il telefono cellulare. Nelle tasche, infatti, sono state rinvenute solo la sim card e la batteria del cellulare. Chi ha ucciso Yara si è preoccupato di non rendere rintracciabile il cadavere, dividendo il telefono in pezzi.

Mike, mitomani o consegna fallita?

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Si indaga sugli sms inviati al parroco

Vogliamo 300mila euro in banconote di piccolo taglio”. “Seguite le nostre istruzioni o ne faremo scempio”. Sono gli sms arrivati a Don Mauro Pozzi, parroco di Dagnente, una settimana dopo la scomparsa della salma di Mike Bongiorno. Messaggi inviati da cabine telefoniche, una maniera abbastanza inusuale per inoltrare sms. Gli investigatori ora li stanno esaminando per tentare di risalire al mittente.

Le istruzioni per pagare il riscatto e ritrovare la bara del presentatore tv erano arrivate sul telefonino di Don Mauro che aveva risposto con un messaggio cifrato su un giornale di annunci. Il 16 febbraio era il giorno stabilito per la consegna del riscatto. Il parroco partito da solo da Dagnente, prima era andato a Milano, poi a Torino dove in una stazione aveva recuperato una busta con le restanti istruzioni. Una volta aperta, aveva scoperto che i misteriosi rapitori si stavano prendendo gioco di lui. In sei pagine avevano scritto cose senza senso, contraddicendosi rispetto ai messaggi inviati in precedenza e chiudendo la lettera con toni sarcastici: “Un disegno antiscemo”.

Su questa vicenda il parroco ora nega di aver tentato di riportare nel cimitero di Dagnente la salma di Mike Bongiorno. “Sono tutte fantasie, non sono mai stato in nessun posto”, afferma. Ma gli inquirenti sanno di quel viaggio, finito male, e ora indagano. E intanto la famiglia è sempre pronta a pagare perché vuole riportare Mike nel luogo dov’è stato sepolto.

Intervento tonsille,morta una bimba

Intervento tonsille,morta una bimba

Lamezia Terme, sospetto caso malasanità

Una bambina di nove anni è morta dopo un'operazione alle tonsille nel reparto di otorinolaringoiatria a Lamezia Terme. La piccola, Sara M., secondo quanto riportano i quotidiani regionali della Calabria, era stata dimessa mercoledì, ma nel weekend si è sentita male e sabato è deceduta improvvisamente. Anche il padre della bimba, nel 2003, è morto per un presunto caso di malasanità, ma l'indagine venne archiviata.

Per far luce sulla vicenda e chiarire le cause del decesso della bimba, sul corpicino verrà eseguita l'autopsia disposta dalla Procura di Lamezia Terme.

La bambina di Filadelfia (Vibo Valentia) è stata operata lunedì 21. Due giorni dopo, mercoledì, i medici l'hanno dimessa. La piccola, però, tornata a casa non si è sentita bene e il venerdì la madre l'ha riaccompagnata in ospedale, dove è stata visitata nuovamente. Per i medici, però, era tutto normale e la piccola è stata così rimandata a casa. Sabato sera, una nuova ricaduta. Sara è stata portata d'urgenza in ospedale dove però è giunta morta.

Subito dopo la vicenda, la madre della bambina ha presentato una denuncia alla polizia che ha sequestrato la cartella clinica su disposizione della Procura.

Il padre, morto anche lui per un caso sospetto di malasanità, nel 2003, accusando dolori al petto, si era recato nell'ospedale di Vibo Valentia dove fu visitato e dimesso. Il giorno dopo morì per un infarto.

Benzina: ancora rincari a colpi di 2 centesimi

Benzina: ancora rincari a colpi di 2 centesimi

L'effetto Libia non si arresta e il listino del petrolio continua a salire. Tutte le maggiori aziende produttrici di carburante hanno incrementato i prezzi sebbene gli aumenti non si siano riversati immediatamente sui consumatori

28 febbraio, 2011

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"L'effetto Libia si amplifica sulla rete carburanti, nonostante nel fine settimana si sia registrata una leggera diminuzione dei prezzi dei prodotti nel Mediterraneo (la benzina è scesa da 975,50 a 963,25 dollari/ton; il diesel da 967,50 a 956,75). Il recentissimo rincaro di 2 centesimi su entrambi i prodotti da parte di Eni ha tirato come di consueto la volata". E' quanto emerge dal monitoraggio di quotidianoenergia.it.

"Incrementi dei prezzi raccomandati della stessa entità (appunto 2 cent) sono stati infatti decisi da Shell, Tamoil e TotalErg, IP ha rincarato addirittura di circa 2,2 cent la benzina e 2 il diesel. Ma gli altri non sono rimasti al palo sebbene con manovre meno pronunciate: Q8 ha aumentato, infatti di 1 centesimo, Esso di 1,5. Immediati i riscontri sul territorio. Prezzi praticati in crescita omogenea per tutti i brand durante il week end sebbene non tutti gli aumenti si sono riversati immediatamente sui consumatori.

E' record intanto per il prezzo della benzina al Sud, dove il carburante ha toccato e superato quota 1,570 (nell'estate 2008 si era fermato a 1,560) fino a 1,576 euro/litro. Diesel con punte massime fino a 1,455". "Nel dettaglio, a livello Paese, la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) va dall'1,538 euro/litro degli impianti Shell all'1,543 dei p.v. Eni e Q8 (no-logo a 1,456 euro/litro). Per il diesel si passa dall'1,429 euro/litro delle stazioni di servizio IP all'1,435 rilevato negli impianti Q8 (le no-logo a 1,365). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,789 euro/litro registrato nei punti vendita Eni allo 0,799 euro/litro degli impianti Q8 (0,771 euro/litro le no-logo)".



Berlusconi: "Non ho più il cellulare perché mi intercettano"

Berlusconi: "Non ho più il cellulare perché mi intercettano"

Il premier, durante una conferenza stampa al Palazzo Reale di Milano, torna ad attaccare i giudici e scherza sul caso Ruby: "Vi invito tutti al bunga bunga". Poi lamenta i pochi poteri del governo: "Lo staff del Quirinale interviene su tutto". VIDEO

28 febbraio, 2011

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"Il popolo della Libertà da quando è nato è il primo partito italiano": Silvio Berlusconi lo ha sottolineato durante una conferenza stampa al Palazzo Reale di Milano per la presentazione dell'iniziativa 'Pdl al servizio degli italiani'.
Il presidente del Consiglio ha così confutato alcuni sondaggi apparsi sui "giornali di sinistra". "I nostri ci danno al 30,6%", ha sottolineato ammettendo che "con la diaspora di Fini abbiamo perso qualcosa". Non si tratta però tanto di chi è andato con Fini quanto alla crescita "dell'area degli indecisi". "Come prima forza politica abbiamo la possibilità di elevare la percentuale invitando gli indecisi".

Berlusconi è poi tornato a ripetere che in Italia il presidente del Consiglio non ha alcun potere. "I padri costituenti - ha spiegato - dopo 20 anni di fascismo hanno pensato di distribuire il potere tra Parlamento, Capo dello Stato e Corte Costituzionale privando di ogni potere il presidente del Consiglio".

Nel suo intervento, il premier ha poi ribadito l'intenzione di andare avanti con una legge sulle intercettazioni. E ha scherzato: "Vi stupirà sapere che il presidente del Consiglio non ha un telefonino e non perché non possa averlo, ma perché è esposto a ogni tipo di intercettazione. Per questo ho rinunciato da tempo ad avere un telefonino". E ha sottolineato: "Un paese in cui non si può parlare liberamente al telefono non è un paese libero e civile".

E sul caso Ruby: "Siete simpatici, vi invito tutti al bunga bunga. Quattro salti, quattro battute, bere qualcosa, nulla di proibito resterete delusi, ma siete avvisati".

Berlusconi è arrivato in ritardo alla conferenza stampa con il ministro Michela Vittoria Brambilla e si è scusato con la platea. Il motivo, spiega lo stesso premier, è la notizia del nuovo militare rimasto ucciso in Afghanistan, con altri commilitoni feriti gravemente. "Tutte le volte che succedono tragedie di questo tipo - dice allora Berlusconi - ci si chiede se questo sacrificio che compiamo, con il voto unanime del Parlamento e con il consenso di tutti gli italiani, se questi siano veramente sforzi che servono e che vanno in porto. Lo speriamo veramente".

Il premier è poi intervenuto a un convegno a Confcommercio, ed è tornato a lamentare i pochi poteri attribuiti al governo e al presidente del consiglio nel fare le leggi. "Quando il governo decide di fare una legge - ha detto - questa prima deve passare" dal Quirinale e deve passare il vaglio "di tutto l'enorme staff che circonda" il Capo dello Stato, staff che "interviene

Afghanistan, esplode una bomba: morto un alpino

Afghanistan, esplode una bomba: morto un alpino

E' accaduto a 25 chilometri a nord di Shindand, nell'ovest del Paese. La vittima è il tenente Massimo Ranzani. Quattro alpini sono rimasti gravemente feriti. Berlusconi: "Ci si chieda se questo sacrificio serva". MAPPA, VIDEO

28 febbraio, 2011

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AFGHANISTAN: L'ALBUM FOTOGRAFICO

Un'esplosione ha investito oggi un veicolo blindato dell'esercito italiano, uccidendo un
militare e ferendone gravemente altri quattro vicino a Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan. La vittima è il tenente Massimo Ranzani. Lo riferisce una nota dello Stato maggiore della Difesa.
L'esplosione è avvenuta alle 12.45 ora locale e ha coinvolto un blindato Lince del 5° reggimento alpini, a bordo del quale c'era una pattuglia di rientro da un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale, dice il comunicato.
Con il caduto di oggi, sono 37 i militari e 007 italiani morti finora in Afghanistan, 24 dei quali in attentati o scontri a fuoco e uno suicida. L'ultimo attentato contro il contingente italiano risale al 18 gennaio, quando un alpino è stato ucciso e un altro gravemente ferito da un militare afghano.
Sull'episodio è intervenuto anche Sivlio Berlusconi: "Tutte le volte che succedono tragedie di questo tipo - ha detto il premier - ci si chiede se questo sacrificio che compiamo, con il voto unanime del Parlamento e con il consenso di tutti gli italiani, se questi siano veramente sforzi che servono e che vanno in porto. Lo speriamo veramente".
Guarda nel video in alto un reportage sui militari italiani in Afghanistan.

Trolley, tazzine e cravatte griffate Ecco come vola il marchio Napoli/Foto

Trolley, tazzine e cravatte griffate
Ecco come vola il marchio Napoli/Foto


di Pino Taormina
NAPOLI - Tra i milioni di euro spartiti dalla Lega e lo skateboard del tifoso, nella pagina tempo libero del catalogo Napoli web Store (euro 29), in fondo c’è poca differenza. Tra gli introiti dei diritti tv e la teiera bombata in porcellana di Amalfi (come i bicchierini, le tazze del caffè, i piatti, i piattini e così via), con il logo del club azzurro, da euro 15 a salire su, è solo questione di sfumature.

Sono i confini dello stesso impero commerciale dove il Napoli è apripista nel merchandising estremo. Nel negozio di via Vetriera, unico punto vendita ufficiale della società, si parte con gli articoli classici - maglie, t-shirt, felpe, calendari, mutande, costumi da bagno e così via - per arrivare a oggetti di fronte ai quali la creatività dello stesso Cavani impallidisce. Nel postal market dei tifosi si può trovare davvero di tutto, pagando s’intende.

Avete appetito? Ecco il reparto da cucina con il loghetto azzurro. Avete sete? Una bevuta, nei bicchierini vodka/limoncello sponsorizzati da Lavezzi. Se il bimbo poi deve essere inculcato al tifo estremo, può cominciare da tenera età: bambolotto (con la divisa del Napoli), bicicletta, macchinetta. «Abbiamo scelto il meglio e lo abbiamo personalizzato - spiega il direttore marketing della società, Alessandro Formisano - Prodotti di qualità, le migliori marche con il logo del Napoli».

Per gli amanti dei pezzi unici, da non perdere, la cravatta Marinella. Costa 110 euro, produzione limitata (99 pezzi) e sotto a chi tocca. Andati a ruba i telefonini (Nokia) che invece di drin-drin avevano come suoneria le voci del Pocho, del Matador e di Marek. Belli, no? Ma non fermatevi qui.

Nel paese dei balocchi dell’ex atelier trasformato in negozio dei tifosi, spunta il trolley, il casco che la casa di Valentino Rossi ha prodotto per il Napoli, gli occhiali da sole (quelli indossati più volte da De Laurentiis, un orologio unico (1926 pezzi) prodotto in Svizzera a uso e consumo dei supporters azzurri (sul crono anche le lancette in caso di tempi supplementari).

È la nuova frontiera degli affari, è il calcio in bancarella, gli inglesi lo fanno da una vita. «Siamo l’unico club che in questa maniera distribuisce il proprio fatturato: non solo magliette ma anche tutto il resto», dice ancora Formisano. A tal proposito l’affare dell’ultima ora è la maglia di Hamsik usato all’andata con il Villarreal. Il ricavato in beneficienza. Da non perdere.

Milan-Napoli, è la notte dello scudetto Mazzarri punta su Mascara/Diretta 20.45

Milan-Napoli, è la notte dello scudetto
Mazzarri punta su Mascara/Diretta 20.45


MILANO - È la notte della partitissima: il Napoli sale a Milano con l’obiettivo di agganciare i rossoneri in testa alla classifica e proseguire così la volata scudetto. Reduci dalla eliminazione in Europa League dopo la sconfitta con il Villarreal, gli azzurri puntano sulla forza del collettivo (pur privo dello squalificato Lavezzi, che sarà sostituito da Mascara) e naturalmente su Cavani. Tutto esaurito al Meazza: almeno diecimila i tifosi napoletani sugli spalti. Sarà presente anche il premier Berlusconi.

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«Una sfida nella sfida». Mazzarri e Allegri hanno alimentato la polemica alla vigilia della sfida scudetto di stasera. In campo nel posticipo del lunedì il Milan capolista e il Napoli che insegue a tre punti. E i tecnici delle due formazioni si sono scambiati messaggi al vetriolo.

«Il fatto che ogni volta che dico qualcosa - spiega Mazzarri - loro mi rispondano significa che hanno davvero la coda di paglia. Allegri ed io non siamo amici, non abbiamo rapporti professionali. Ci siamo sentiti solo una volta, una telefonata di venti minuti. Ci mise in contatto Ulivieri. Mi ricordo che lui era l’allenatore all’Aglianese».

A distanza la replica: «Mazzarri va valutato come tanti colleghi, sta facendo tante cose e sicuramente verrà qui con la sua squadra per prendersi i tre punti e agganciarci in vetta. Non lo conosco. Lui ha allenato a Livorno, io ci abito. Per quanto mi riguarda, penso che non serve sempre alzare la voce o arrabbiarsi, ci sono vari modi per poter essere lo stesso autorevoli. Ci giochiamo molto e lo stesso il Napoli, anche se si nascondono o tentano di nascondersi, è una sfida
scudetto».

Libia, Tripoli minaccia: se gli imperialisti ci attaccano, faremo migliaia di morti

Libia, Tripoli minaccia: se gli imperialisti
ci attaccano, faremo migliaia di morti

Frattini: disposti a usare la forza

ROMA - Muammar Gheddafi sfida le Nazioni Unite affermando che la risoluzione votata due giorni fa è «nulla» e «non ha alcun valore». Il rais ha detto poi che la situazione in Libia è «completamente calma», che la maggioranza della popolazione è dalla sua parte e che gli scontri armati e i morti sono opera di «terroristi di Al Qaida» e di persone «sotto l'influsso di droghe» che hanno attaccato postazioni dell'esercito e della polizia.

«Se gli imperialisti occidentali ci attaccano, ci saranno migliaia di morti», ha poi minacciato oggi Ibrahim Moussa, portavoce del governo. «L'Occidente vuole il nostro petrolio, al Qaida vuole invece una base sul Mediterraneo per minacciare l'Europa», ha aggiunto.

Intanto, oltre a rischiare il carcere per possibili crimini di guerra e contro l'umanità il clan di Gheddafi vede congelati i beni piazzati all'estero, che secondo alcune fonti potrebbero toccare i 500 miliardi di dollari, e non può neppure più viaggiare fuori dal paese. Dopo il presidente Usa Barack Obama venerdì, anche la Gran Bretagna ha annunciato il blocco dei beni dei Gheddafi, e numerosi altri paesi sono pronti a seguire, tra cui i 27 dell'Ue oggi, come richiesto dalle Nazioni Unite.

Per mettere fine «al più presto» al regime di Gheddafi e fermare «questa guerra civile» potrebbe «avere successo» la decisione della «no fly-zone». Lo spiega, in un'intervista al Messaggero, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, consapevole che la misura comporterebbe l'uso della forza se venisse violata. Per questo, aggiunge il titolare della Farnesina, «è necessaria una riflessione approfondita». Finora, dice, «nessuno ci ha mai chiesto» l'uso delle basi italiane per azioni di questo genere, segno che c'è «consapevolezza» della necessità di «discuterne» in «uno sforzo corale di tutti, non un solo Paese disponibile. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità», precisa Frattini.

Gheddafi, ribadisce Frattini, «ha sparato sul suo popolo assoldando perfino dei mercenari. Non può più restare». E l'Italia è pronta a «sostenere tutti quelli che lavorano per il bene del popolo libico», ma «certamente non saremo quelli che tenteranno di pilotare la formazione di un nuovo governo». Nessun imbarazzo, infine, per la foto del premier, Silvio Berlusconi, che bacia l'anello a Gheddafi: «Altrettanto - dice - quanto imbarazzano tutti coloro che tre mesi fa hanno votato Gheddafi membro del Consiglio dei diritti umani dell'Onu».

Napoli, troppi rumori dal vicino di casa Lo ferisce a coltellate: arrestato

Napoli, troppi rumori dal vicino di casa
Lo ferisce a coltellate: arrestato

NAPOLI - I rumori che provenivano dall'appartamento confinante lo avevano infastidito. Tanto da armarlo di coltello e a ferire il suo vicino. Nel quartiere napoletano di San Pietro a Patierno i carabinieri della locale stazione hanno arrestato per tentato omicidio Maurizio D'Angelo, 47enne del luogo, incensurato.
L'uomo è stato bloccato in via Nuovo Tempio dai carabinieri subito dopo che aveva ferito con un coltello un 66enne del luogo, suo vicino di casa, al culmine di una banale lite condominiale avvenuta sul pianerottolo di casa.

Il 66enne, trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco, è stato medicato per ferite plurime da taglio alla testa e alla mano sinistra, guaribili in 20 giorni. Il 47enne è stato rintracciato dai carabinieri barricato nella sua abitazione, intimorito dalle minacce ricevute subito dopo il fatto dagli altri vicini di casa.

I militari lo hanno trovato ancora in possesso del coltello insanguinato (quello tipo da cucina, lungo 40 centimetri) usato per ferire il suo vicino, che è stato sequestrato.

L'arrestato è stato condotto nel carcere di Poggioreale.

Caserta, 5 arresti al Villaggio dei ragazzi Bimbi abusati e maltrattati dagli educatori «Prof simulò rapporto sessuale in classe»

Caserta, 5 arresti al Villaggio dei ragazzi
Bimbi abusati e maltrattati dagli educatori
«Prof simulò rapporto sessuale in classe»

CASERTA - Quattro educatori ed una professoressa della struttura «Il Villaggio dei Ragazzi» di Maddaloni (Caserta) sono stati arrestati. Gli educatori sono indagati per maltrattamenti su minori di età compresa tra gli undici e i sedici anni; la docente della scuola media è indagata per abuso sessuale ai danni di due alunni di undici anni.

Il Villaggio dei ragazzi è un'istituzione di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di promuovere iniziative in favore dell'infanzia.

Maltrattamenti fisici, psicologici; «sistematico ricorso a metodi brutali ed umilianti da parte degli educatori». E poi, ancora, violenza sessuale nei confronti di due undicenni messa in atto da un'insegnante; «Uso della violenza per mortificare le vittime» e in alcune occasioni anche «percosse che hanno riportato lesioni».

È questo lo scenario descritto dagli inquirenti e subito da alcuni minori della Fondazione il «Villaggio dei Ragazzi». Le delicate indagini, aviate nell'estate del 2009, sono state svolte dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L'ascolto di numerosi bambini e adolescenti ospiti del Villaggio dei Ragazzi ha fatto emergere, spiega il procuratore Corrado Lembo, «uno spaccato molto triste e sconsolante in relazione alla gestione della struttura e al trattamento che gli educatori riservavano ai minori ivi ospitati».

Portate alla luce, infatti, «gravi condotte di maltrattamento fisico oltre che psicologico poste in essere da alcuni educatori nei confronti dei ragazzi alloggiati presso la fondazione».

Le dichiarazioni dei minori - ascoltati con l'ausilio di una psicologa - sono apparse «assolutamente convergenti nella descrizione e nella ricostruzione delle modalità con le quali erano stati trattati da alcuni educatori dell'istituto e nella rappresentazione di metodi che - ben lontani dal costituire quella che viene definita semplicemente educazione rigida - integravano invece odiosi atti di maltrattamento volti alla sistematica sopraffazione e vessazione di minori indifesi».

Nella istituzione di assistenza e beneficenza che avrebbe dovuto avere lo scopo di promuovere iniziative in favore dell'infanzia, in realtà, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere avveniva ben altro: «voluta mortificazione delle vittime», e anche violenza sessuale. Uno degli episodi più inquietanti tra i tanti emersi dalle indagini, spiega il procuratore Corrado Lembo, «è quello verificatosi nel corso di una lezione presso la scuola media statale del Villaggio dei Ragazzi nel novembre del 2008, allorquando la professoressa colpita ora dall'ordinanza cautelare, con l'uso della forza fisica, aveva fatto stendere supini sul pavimento due alunni, entrambi di undici anni, e si era seduta dapprima sopra l'uno e subito dopo sopra l'altro, all'altezza dei genitali, e, quindi, aveva iniziato a prodursi in movimenti ondulatori e sussultori tipici di un rapporto sessuale».

Gli indagati - Domenico Bellucci (56 anni), Vincenzo Crisci (30 anni), Francesco Edattico (53 anni), Gianluca Panico (33 anni) e Maria Iesu (37 anni) - sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.


Roma, la giovane violentata: “Quel ragazzo mi ha difeso”

Roma, la giovane violentata: “Quel ragazzo mi ha difeso”

In un’intervista a Il Messaggero, la 18enne vittima dello stupro avvenuto nell’ex ambasciata somala racconta: “So di aver commesso un’imprudenza entrando lì, ma non pensavo di trovare l’inferno”. E scagiona uno dei tre giovani somali indiziati

28 febbraio, 2011

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“So di aver commesso un’imprudenza. Ma non pensavo che là dentro ci fosse l’inferno. E’ Roma in fondo, non un’isola selvaggia”. Inizia così il racconto che Nicoletta, la giovane violentata venerdì sera nell’ex ambasciata somala a Roma, fa di quella sera a il Messaggero. “Ero ubriaca e in via dei Villini (vicino Porta Pia, zona centrale della città, ndr) ci sono andata con il somalo che avevo conosciuto alla Stazione Termini. Lui non mi ha fatto niente di male e niente che non volessi. Ma all’improvviso sono saltati fuori gli altri due” aggiunge.

Una testimonianza già rilasciata agli inquirenti che ha modificato il quadro dell’indagine scagionando uno dei tre ragazzi indiziati. Gli altri due immigrati, invece, sono in carcere a Regina Coeli. Dovranno rispondere dell’accusa di violenza sessuale e lesioni. Sul fronte delle indagini ci sono però ancora molti nodi da sciogliere. A stuprare la ragazza quella sera potrebbero essere state più persone e resta comunque da verificare il coinvolgimento del primo giovane africano che la ragazza ha difeso e che, per il momento, è stato rilasciato. Le risposte definitive ai punti interrogativi saranno fornite probabilmente solo dopo l'esito dei test del dna effettuati sui 72 somali identificati sabato all'Ufficio immigrazione di Roma, che sono stati sgomberati dall’ex ambasciata somala dove si erano rifugiati..

A Roma, intanto, continuano le polemiche sulla sicurezza. Quello accaduto venerdì scorso è infatti il terzo stupro in dieci giorni. Due di queste violenze si sono verificate in zone centrali della città.

Oscar 2011: il trionfo de "Il discorso del Re"

Oscar 2011: il trionfo de "Il discorso del Re"

Con quattro statuette il film tutto made in England stravince questa 83esima edizione degli Academy Awards conquistando i premi più importanti. Miglior attori Colin Firth e Natalie Portman. Delusione per "The Social Network". VIDEO E FOTO

28 febbraio, 2011

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Una 83esima edizione degli Academy Awards nel segno della classicità e con uno sguardo forse troppo rivolto al passato. A vincere, alla fine, è stato così il film più tradizionale e meno ingombrante anche esteticamente, ovvero 'Il discorso del Re' di Tom Hooper che riporta l'America alle sue origini britanniche con la storia del Principe Alberto, Duca di York, secondo figlio di Re Giorgio V, affetto da poco regale balbuzie. Quattro statuette, tutte nel segno dell'Inghilterra, arrivano a questo film prodotto appunto da Gran Bretagna e Australia. Ovvero: miglior film, miglior regia, miglior attore (Colin Firth) e miglior sceneggiatura originale (David Seidler).

Natalie Portman vince il suo primo Oscar per Il cigno nero, mentre Christian Bale e Melissa Leo grazie alle loro performance in The Fighter vincono l'Oscar come miglior non protagonisti.

Niente va invece al film più americano in assoluto, Il grinta, remake dell'omonimo classico western diretto dal regista Henry Hathaway, con il quale John Wayne ottenne l'unico premio Oscar della sua gia' lunga carriera nel 1970.

Il film più promettente e moderno invece, The Social Network che racconta la nascita di Facebook non va oltre le tre statuette tutte di sapore tecnico (sceneggiatura non originale, colonna sonora e montaggio). Eppure era il film che poteva portare in questa 83/ma edizione degli Academy molto politically correct un pò di attualità politica con la forza rivoluzionaria dimostrata proprio in questi giorni dai social network negli attuali sconvolgimenti politici del nord Africa.

Il lato più rivoluzionario e cinefilo l'Academy l'ha dimostrato invece, senza però troppo coraggio, dando quattro Oscar, ma solo a categorie tecniche (fotografia, sonoro, montaggio sonoro e effetti visivi) a Inception di Christopher Nolan e interpretato da Leonardo DiCaprio, Marion Cotillard e Cillian Murphy.

Afghanistan, esplode una bomba: morto un italiano

Afghanistan, esplode una bomba: morto un italiano

E' accaduto a 25 chilometri a nord di Shindand, nell'ovest del Paese. Quattro alpini sono rimasti feriti. L'esplosione ha colpito un veicolo blindato Lince della Task Force Center, su base Quinto Reggimento Alpini. GUARDA LA MAPPA

28 febbraio, 2011

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Un'esplosione ha investito oggi un veicolo blindato dell'esercito italiano, uccidendo un
militare e ferendone altri quattro vicino a Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan. Lo riferisce una nota dello Stato maggiore della Difesa.
L'esplosione è avvenuta alle 12.45 ora locale e ha coinvolto un blindato Lince del 5° reggimento alpini, a bordo del quale c'era una pattuglia di rientro da un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale, dice il comunicato.
Con il caduto di oggi, sono 37 i militari e 007 italiani morti finora in Afghanistan, 24 dei quali in attentati o scontri a fuoco e uno suicida. L'ultimo attentato contro il contingente italiano risale al 18 gennaio, quando un alpino è stato ucciso e un altro gravemente ferito da un militare afghano.
Guarda nel video in alto un reportage sui militari italiani in Afghanistan.



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Allarme prezzi: la pasta triplica a seconda del negozio

Allarme prezzi: la pasta triplica a seconda del negozio

Lo rivela uno studio promosso dalla Coldiretti. La stessa marca e confezione di spaghetti arriva a costare il 200 percento in più da un posto all'altro. Il latte cresce del 50 percento, yougurt e birra raddoppiano

Il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arriva a triplicare da un negozio all'altro, quello della Nutella, di yogurt e birra del tutto identici quasi raddoppiano, mentre la stessa confezione di latte cresce del 50 per cento. E' quanto emerge da uno studio relativo al 2010 sulla dispersione dei prezzi al consumo, realizzato da Giovanni Anania e Rosanna Nisticò e pubblicato in un working paper del Gruppo 2013 promosso dalla Coldiretti.

La rilevazione dei prezzi di 14 prodotti alimentari di marca in commercio nel 2010 in Italia in differenti punti vendita - riferisce la Coldiretti - evidenzia infatti una forte variabilità, con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti.

A differenza di quello che ci si potrebbe aspettare, solo per 8 dei 14 prodotti considerati dall'analisi il prezzo più basso è stato osservato nei supermercati, dove peraltro per due referenze è stato rilevato il prezzo più alto.

Ad essere rilevante nella fissazione del prezzo è anche la collocazione del negozio in piccoli o in grandi centri urbani. I prezzi medi nell'area urbana non sono sistematicamente più bassi di quelli dei centri più piccoli e delle aree rurali, ma al contrario per 11 dei 14 prodotti il prezzo medio è più alto nell'area urbana. Questo suggerisce che la più grande densità di fornitori nell'area urbana non si traduce in un'accresciuta concorrenza di prezzo tra i venditori e in più bassi prezzi per i consumatori.

In particolare, la forte variabilità dei prezzi secondo Coldiretti rileva "l'esistenza di ampi margini da recuperare nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola dove inefficienze e distorsioni lungo la filiera danneggiano imprese agricole e consumatori".

Yara uccisa con sei coltellate. Oggi l’autopsia

Le prime risposte sul giallo della morte della 13enne di Brembate arriveranno dagli esami del corpo ritrovato non lontano da casa. La Protezione civile: “Abbiamo setacciato più volte la zona, forse è sfuggito qualcosa. Forse qualcuno non ha detto tutto”

28 febbraio, 2011

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(in fondo all'articolo tutti i video sul caso Yara)

“Mi hanno detto che hanno setacciato più di una volta quel luogo, sono posti impervi, ma hanno anche loro dei dubbi che magari sia sfuggito. E’ una zona setacciata anche con i cani più di una volta”. Non riesce a darsi una spiegazione il capo della Protezione civile di Brembate Giovanni Valsecchi. I suoi uomini hanno battuto più volte la zona dove, sabato, è stato ritrovato il corpo di Yara. Ma nessuno aveva notato nulla. Un fatto che sembra incredibile anche alla luce del fatto che proprio in quei cambi, a metà gennaio, era stato ritrovato il cadavere di un sudamericano ucciso in seguito a una lite in discoteca. “E’ strano” continua a ripetere Valsecchi. “Il responsabile della Protezione civile di quella zona mi ha detto che quella zona è stata battuta con i cano. Gli inquirenti continuano a dire che per loro e per il medico legale sono tre mesi che il corpo è lì. Ho dei dubbi. Spero che si risolvano”.

Dubbi che portano il capo della Protezione Civile a dire a Repubblica: “Sono sicuro che qualcuno non ha detto tutto, non in malafede, ma con la convinzione che parlando avrebbe intralciato il ritrovamento di Yara, ora è il momento che si dica tutto”. E aggiunge: “Ora più che mai dobbiamo stare attenti ai nostri ragazzi”.

Il corpo di Yara è stato ritrovato sabato scorso a 9 chilometri da casa. Era nascosto da rovi alti un metro e mezzo. E’ stato scoperto da un 40enne che stava giocando con un aeroplano telecomandato in quei campi. “Quando ho visto quel corpo non pensavo fosse proprio lei” ha raccontato l’uomo a la Stampa. E ha aggiunto: “Il dolore che provo per la famiglia di Yara è enorme, quanto a me spero solo di dimenticare quello che ho visto. Nei miei occhi l’immagine del male che diventare realtà”.

Le prime risposte sull’omicidio di Yara potrebbero arrivare dall’autopsia del corpo, che si terrà in mattinata. Per ora dalle indagini è emerso che la 13enne di Brembate è stata accoltellata, almeno sei volte e si è difesa, ha lottato con l'assassino, prima di essere abbandonata in un campo. A prevalere è, per il momento, la tesi del maniaco.