29 mar 2011

Vertice a Londra sulla Libia, Usa: "Gheddafi deve lasciare"

Vertice a Londra sulla Libia, Usa: "Gheddafi deve lasciare"

Al via la conferenza internazionale sulla missione, ma l'Unione Africana diserta il summit. Nuovo messaggio del raìs agli alleati: "Siete come Hitler". Lealisti e ribelli continuano a combattere per Sirte. Smentita la morte del figlio del Colonnello



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Al via a Londra la conferenza internazionale sulla Libia, inaugurata da David Cameron e alla quale non partecipa l'Unione africana. Il vertice è stato anticipato lunedì da una videoconferenza tra Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, dalla quale era stata esclusa l'Italia.

Clinton: "Gheddafi se ne deve andare" -  "I raid contro le truppe di Muammar Gheddafi andranno avanti fino a quando il Colonnello non rispetterà tutte le condizioni della risoluzione 1973 dell'Onu", la posizione degli Usa ribadita da Hillary Clinton alla conferenza, considerata dal segretario di Stato americano il punto di svolta della crisi libica. Per Clinton la comunità internazionale deve continuare a fare pressione su Gheddafi per isolarlo completamente fino a quando non lascerà il potere.
"Abbiamo impedito una catastrofe umanitaria in Libia" ha dichiarato inoltre il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, intervenendo al vertice.

Nel Paese intanto si continua a combattere per la conquista di Sirte e i ribelli hanno fatto sapere di esserestati  respinti verso Ben Jawad, a 150 km dalla città natale di Gheddafi. Continuano inoltre gli attacchi della coalizione contro il raìs: nella notte le forze Usa hanno attaccato tre imbarcazioni del regime libico, tra cui una motovedetta, che stavano aprendo il fuoco contro unità civili nel porto di Misurata. Lo ha riferito la Sesta flotta americana in un comunicato. Dopo l'attacco notturno, la motovedetta Vittoria si è arenata e, delle altre due imbarcazioni più piccole, una è stata distrutta e l'altra è stata abbandonata dagli occupanti.

Gheddafi ai volenterosi: "Siete come Hitler" - "Lasciate la Libia ai libici, state eseguendo un'operazione di sterminio, state distruggendo un popolo che viveva in pace e in sicurezza, state per distruggere un paese in corso di sviluppo" ha detto Gheddafi in un messaggio alla comunità internazionale, in cui paragonato l'operazione militare alleata in Libia alla campagna di Hitler in Europa: "Sembra che voi in Europa e negli Stati Uniti non comprendiate che questa operazione militare, barbara e malefica, somiglia alle campagne di Hitler quando invadeva l'Europa e bombardava il Regno Unito".

"Lasciate che sia l'Unione africana a gestire la crisi, la Libia accetterà qualsiasi decisione che l'Unione assumerà" ha detto ancora il Colonnello. Ma l'Unione Africana non è presente alla conferenza di Londra e al momento non si conoscono le ragioni della defezione.

Voci su un possibile esilio in Ciad
- Gheddafi non sembra intenzionato insomma ad arrendersi anche se, secondo il quotidiano arabo 'al-Sharq al-Awsat , alcuni stretti collaboratori del Colonnello si troverebbero in queste ore in Ciad per preparare un possibile esilio del raìs nel paese. Il quotidiano cita fonti vicine al regime di Tripoli. Secondo le stesse fonti inoltre i familiari e  parenti del leader libico stanno cercando da giorni un rifugio sicuro  in uno dei paesi africani o dell'America latina.

Smentita la morte di Khamis Gheddafi - La televisione libica ha trasmesso immagini di Khamis, il figlio di Muammar Gheddafi che un sito dell'opposizione aveva dato per morto in un attacco kamikaze (guarda il video). Khamis è stato mostrato nella caserma-bunker del padre a Tripoli mentre saluta i sostenitori del regime, radunati per formare "scudi umani". Il giornalista dell'emittente ha commentato che il video, trasmesso "in diretta", smentisce le voci sulla morte di Khamis.  Il sesto figlio di Gheddafi comanda le forze speciali della 32esima brigata, unità militare d'elite dell'esercito libico. Nei giorni scorsi un sito d'opposizione aveva riferito che sarebbe morto nello schianto di un jet pilotato da un ufficiale libico passato con i ribelli sulla caserma di Bal al Azizia.

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