29 apr 2011

Le mani di Cosa Nostra sui rifiuti del Nord

Le mani di Cosa Nostra sui rifiuti del Nord

Sequestrati beni per 22 milioni di euro riconducibili al boss palermitano Luigi Abbate: con le sue società gestiva numerosi appalti in Lombardia e in Liguria. Confiscata un’azienda che operava nel lodigiano



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L’ombra della mafia sui rifiuti del Nord
- La gestione dei rifiuti in diversi comuni del Nord Italia, in particolare in Lombardia e in Liguria, sarebbe stata nelle mani di Cosa Nostra. E' questa la convinzione degli investigatori che venerdì mattina hanno sequestrato "Italia 90", una società a responsabilità limitata con sede legale a Palermo e sede operativa a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) sostanzialmente riconducibile a Luigi Abbate, detto "Gino 'u mitra", esponente di spicco della cosca mafiosa di Porta Nuova a Palermo.

Sequestrati beni per 22 milioni di euro
- Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo a conclusione di indagini patrimoniali svolte in collaborazione dalle questure di Palermo e di Lodi e che hanno riguardato una rete di società cooperative, in maggioranza operanti nell'attività di raccolta e smaltimento rifiuti e strettamente collegate all'impresa principale "Italia 90", con la finalità di monopolizzare il settore. I beni sequestrati ammonterebbero a 22 milioni di euro.

Gli appalti, le minacce, le indagini - La Srl, che gestisce l'attività di raccolta, trasformazione e smaltimento di rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali, scarti industriali, spazzamento di strade e smaltimento di rifiuti cimiteriali, si era aggiudicata oltre 40 gare d'appalto in molti Comuni dell'Italia settentrionale, sopratutto nelle provincie di Lodi e Cremona. Gli investigatori hanno individuato numerosi rapporti bancari intestati alla società e usati per movimentare ingenti flussi di denaro non giustificati dall'esigua redditività dell'attività imprenditoriale svolta.
La società, formalmente intestata ai coniugi Maria Abbate e Claudio Demma, la prima in qualità di procuratrice il secondo in qualità di socio unico, si sarebbe aggiudicato le gare d'appalto con violenze e intimidazioni nei confronti delle imprese concorrenti e minacce anche nei confronti di funzionari delle stazioni appaltanti, che venivano indotti a svelare informazioni coperte dal segreto d'Ufficio. Oltre a "Italia 90" la polizia ha sequestrato un'altra società riconducibile ad Abbate di recente costituzione, la "Ecoitalia Ambiente s.r.l.", con sede a Palermo, sempre destinata all'attività di riciclaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti solidi urbani.

Inchiesta nata nel 2009 - L'inchiesta sfociata nel sequestro del patrimonio riconducibile a Luigi Abbate è iniziata nel 2009. Gli  amministratori di Zelo Buon Persico, piccolo paesino del Lodigiano, insospettiti dal fatto che era stata un'impresa siciliana ad aggiudicarsi l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti, avevano chiesto informazioni alla prefettura di Palermo. Venne fuori che i gestori della società Italia '90 erano Maria Abbate e Claudio Demma, sorella e cognato del mafioso della Kalsa a Palermo. Entrambi sono stati arrestati nel 2009 su ordine della Procura di Lodi per turbativa d'asta, corruzione e smaltimento illecito di rifiuti. Da qui il via alle indagini patrimoniali. Indagini "anomale" come le definisce Loredana D'Arpa, dirigente della sezione Misure di prevenzione della Questura di Palermo: "Abbiamo lavorato al contrario. Solitamente ci si concentra su un personaggio e si risale al patrimonio. Stavolta si è partiti dalla società Italia '90 e siamo arrivati a Luigi Abbate".

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