11 apr 2011

Libia, Gheddafi dice sì all'Unione africana per una tregua

Libia, Gheddafi dice sì all'Unione africana per una tregua

Nella tarda sera di domenica l'annuncio del presidente sudafricano Zuma dopo un lungo colloquio. Il rais avrebbe accettato le condizioni per una road map che porti alla pace. Ora la delegazione si sposta Bengasi per parlare con i ribelli


Libia Gheddafi tregua
Il presidente del Sud Africa Jacob Zuma e quello del Congo Denis Sassou Nguess insieme a Gheddafi - Foto: Getty Guarda
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Muammar Gheddafi ha accettato la tabella di marcia proposta dall'Unione Africana (Ua) per porre fine alla guerra civile in Libia, una proposta che prevede tra l'alto un immediato cessate-il-fuoco. Lo ha annunciato l'Unione africana nella tarda notte di domenica e oggi la delegazione dell'Ua si sposta a Bengasi per trattare con i ribelli. Non sono trapelati molti particolari del piano, ma nel corso della riunione si è parlato anche della possibilità che Gheddafi lasci il potere. Il presidente sudafricano, Jacob Zuma, che ha incontrato il colonnello alla guida della delegazione di leader africani, ha però esortato la Nato a mettere fine ai raid aerei per "dare al cessate-il-fuoco una possibilità".

"Ho impegni che mi obbligano a ripartire, ma abbiamo completato la nostra missione con il 'fratello-leader"', ha affermato il capo di stato sudafricano dopo il colloquio durato diverse ore e tenutosi nella residenza bunker del colonnello di Bab al-Aziziyah, a Tripoli.

Intanto però sul terreno si continua a combattere. Domenica si è combattuto furiosamente ad Agedabia, dove la Nato ha detto di aver distrutto 25 blindati delle truppe lealiste. Proprio sulla questione dell'addio di Gheddafi, il commissario dell'Ua per la Pace e la Sicurezza, Ramtane Lamamra, ha confermato che del tema si è parlato nell'incontro con il rais: "C'è stata qualche discussione su questo, ma non possono raccontare nulla perché si tratta di temi che devono rimanere riservati tra le parti in causa". Secondo Ramtane, la proposta dell'Ua prevede un cessate il fuoco immediato, la promozione del dialogo nazionale, la protezione degli stranieri presenti in Libia e la consegna di aiuti umanitari. La delegazione dunque si sposta a Bengasi per presentare l'iniziativa al Consiglio Nazionale di Transizione che rappresenta i ribelli, i quali hanno sempre detto che ogni proposta di dialogo si può affrontare solo se va via l'uomo che per 41 anni ha governato con il pugno di ferro il Paese.

"Non accetteremo alcun cessate il fuoco se prima le truppe di Muammar Gheddafi non si  ritirano dalle strade delle città libiche" è la prima risposta dei rivoltosi libici alla proposta di cessate il fuoco. In vista dell'arrivo della delegazione dell'Ua a Bengasi, i ribelli, secondo quanto riferisce la tv satellitare  'al-Arabiya', hanno fatto sapere che "per accettare una proposta di  cessate il fuoco è necessario che le truppe del regime lascino le città in modo da garantire la libertà di espressione della popolazione libica".


La delegazione dell'Unione Africana in Libia è composta dai presidenti di Mauritania Mohamed Ould Abdel Aziz, del Mali Amadou Toumani Toure, del Congo Denis Sassou Nguesso, del Sudafrica Jacob Zuma e il ministro degli Esteri dell'Uganda Henry Oryem Okello, arrivati nel primo pomeriggio di domenica all'aeroporto di Mitiga, vicino Tripoli, per mediare la cessazione immediata delle ostilità e del dialogo tra regime e opposizione per consentire l'accesso degli aiuti umanitari nelle zone di guerra.

Un primo appello era arrivato il 19 marzo scorso, quando i mediatori, guidati dal presidente della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz, proposero l'avvio di un periodo di transizione segnato da "riforme politiche".

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