23 apr 2011

Libia, la gioia dei ribelli: "Misurata è libera"

Libia, la gioia dei ribelli: "Misurata è libera"

L'ordine di lasciare la città in mano alle tribù locali sarebbe arrivato venerdì 22 aprile. L'assedio alla città, che si trova 200 chilometri a est di Tripoli, ha già causato centinaia di morti nei bombardamenti. FOTO E VIDEO: LO SPECIALE



Guarda
la Fotogallery

Guarda anche:
Guerra in Libia: LO SPECIALE
Guerra in Libia: tutte le immagini
Liberato il rimorchiatore Asso 22

(in fondo tutti gli aggiornamenti video dalla Libia)

Le forze di Muammar Gheddafi si sono ritirate dalla zona di Misurata, l'unica città della Tripolitania in mano ai ribelli a cui danno l'assedio da quasi due mesi. Un militare del regime catturato dai rivoltosi ha riferito che venerdì 22 aprile è arrivato un ordine in tal senso. "Ci è stato detto di ritirarci. Ieri ci hanno detto di ritirarci", ha detto alla Reuters il soldato, Khaled Dorman, steso sul retro di un pick up dopo essere stato portato in un ospedale locale.
Una notizia confermata dal portavoce dei ribelli, Gemal Salem.

Qualche ora prima, il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaim, sulla volontà del regime di affidare le decisioni sul controllo della terza città libica alle tribù locali. Kaim ha spiegato che le tribù locali avevano fissato a Tripoli una scadenza per la riconquista di Misurata, superata la quale avrebbero gestito direttamente la questione.
"La situazione a Misurata sarà allentata e ad occuparsene con le buone o le cattive saranno le tribù e la gente di Misurata e non più l'esercito libico", ha affermato Kaim. "L'esercito libico sarà rapidamente fuori da questa situazione che il popolo libico attorno a Misurata non può più sostenere", ha aggiunto. L'assedio alla città che si trova 200 chilometri a est di Tripoli ha già causato centinaia di morti nei bombardamenti.
Il ministro degli Esteri, FrancoFrattini, e la Farnesina hanno espresso particolare soddisfazione per l'esito positivo della vicenda. Frattini, ricorda una nota, ha sin dall'inizio seguito da vicino la vicenda sia direttamente, sia attraverso l'Unità di Crisi. Quest'ultima è rimasta in contatto costante con i familiari dell'equipaggio e con la società armatrice per tutta la durata della vicenda.

Nessun commento:

Posta un commento