9 set 2011

Darfur, sparatoria nella zona in cui è stato rapito Azzarà

Darfur, sparatoria nella zona in cui è stato rapito Azzarà

Tredici poliziotti sudanesi sono rimasti uccisi e altri 30 feriti nel tentativo di liberare tre ostaggi, ma l'operatore italiano, sequestrato lo scorso 14 agosto, non era tra loro. Il governatore: il blitz era per tre nostri militari






Tredici poliziotti sudanesi sono rimasti uccisi e altri 30 feriti in Darfur nel tentativo di
liberare tre ostaggi. Si tratta della stessa zona nella quale lo scorso 14 agosto è stato rapito l'operatore italiano di Emergency, Francesco Azzarà. Un portavoce della polizia locale,  Ahmed al-Tughani, ha spiegato che giovedì 8 settembre nella regione orientale di Jebel Marra c'è stato uno scontro a fuoco con i sequestratori, che ha definito "un gruppo di banditi e non ribelli".

In principio si è pensato che il blitz servisse a liberare anche Azzarà (un'ipotesi sostenuta dal quotidiano sudanese Al-Ahdath), ma lo stesso governatore del South Darfur, Abdel Hamid Kasha ha smentito la notizia. "L'italiano e' un altro caso", ha detto. Nel blitz, ha spiegato, avvenuto l'8 settembre a Jebel Marra, nell'est del Darfur, sono morti 13 poliziotti e altri 30 sono rimasti feriti e si è trattato di uno scontro a fuoco con una "banda armata" e non con ribelli. Il portavoce, Ahmed al-Tuhani, non ha fornito altri dettagli.

La conferma della Farnesina
- Smentite sono arrivate anche dalla Farnesina che ha confermato che non c'e' nessuna relazione tra il blitz e il sequestro di Azzarà e l'Unità di crisi si e' subito messa in contatto con i familiari per rassicurarli a questo riguardo. "A noi non risulta che il blitz in Sudan riguardi la liberazione del nostro collaboratore Francesco Azzarà. E' quanto abbiamo appreso da fonti locali" ha inoltre dichiarato telefonicamente all'ANSA la presidente di Emergency, Cecilia Strada.

Francesco Azzarà è stato rapito il 14 agosto - L'operatore di Emergency Francesco Azzarà,  34 anni, calabrese, è stato rapito lo scorso 14 agosto scorso nella città di Nyala, nel South Darfur, mentre in auto era diretto in aeroporto, fa sapere la stessa Ong umanitaria italiana. Sulla sua auto, che è stata circondata da uomini armati, c'erano altri due colleghi.
Fra i tre ostaggi che si è tentato di liberare nel blitz della polizia sudanese, scrive Al-Ahdath, figura anche "un uomo d'affari di Nyala".

Nessun commento:

Posta un commento