Due clan alleati, i Casella e i Circone, attivi nell'area orientale di Napoli, sono i responsabili di un incendio appiccato a un campo nomadi il 2 dicembre 2010, in modo da evitare che bambini nomadi andassero a scuola con i figli degli affiliati. E' questo lo scenario emerso da un'indagine dei carabinieri nel capoluogo campano sugli affari illeciti della zona est. Per questo il gip ha riconosciuto la finalità di odio razziale tra le aggravanti dei reati contestati a 24 persone arrestate dai militari dell'arma. 

Due clan decapitati -
 Tra i capi d'imputazione, anche l'associazione a delinquere di stampo mafioso, il tentato omicidio, le estorsioni e i danneggiamenti conseguenti l'incendio. I Casella, aggregazione residuale dei potenti Sarno, decapitati da arresti e pentimenti, e i Circone conducevano soprattutto estorsioni a imprenditori della zona ed erano legati a personaggi dediti alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubato.

Maxi sequestro da 800 milioni di euro - E un altro colpo alla camorra è arrivato sempre nella giornata di martedì 10. Un maxi sequestro di beni per un valore di oltre 800 milioni di euro è stato eseguito nei confronti di un imprenditore edile ritenuto legato al clan camorristico dei Casalesi (il servizio). Il provvedimento è stato attuato dai finanzieri del Gico di Napoli, dello Scico di Roma e del Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, sotto il coordinamento della Dda di Napoli. Il patrimonio, consistente in società, immobili ed auto, era intestato in parte a prestanome. Beni per 200milioni sono stati confiscati invece a un imprenditore di Lamezia Terme ritenuto vicino alle cosche della 'ndrangheta lametine e vibonesi. E ad altri 70 milioni complessivi ammonta il patrimonio sequestrato ad imprenditore messinese ritenuto contiguo ad un clan mafioso.