4 mar 2011

Benzina: prezzi da record quasi 1,6 centesimi al litro

Benzina: prezzi da record quasi 1,6 centesimi al litro

Una nuova raffica di aumenti si abbatte sul costo dei carburanti. Cinque delle maggiori aziende hanno messo mano ai listini con aumenti definiti "inevitabili" alla luce della situazione in Libia.



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La corsa della benzina non si ferma, con i prezzi che si avvicinano, in alcune aree del Paese, verso la soglia mai raggiunta di 1,6 euro al litro. Alla vigilia del fine settimana, ben cinque marchi, a partire dal market leader Eni, hanno rimesso mano ai listini, aggiustandoli al rialzo, con aumenti che lo stesso cane a sei zampe definisce "inevitabili" anche per i prossimi giorni, alla luce della perdita di 1,2 milioni barili di petrolio prodotti dalla Libia e al rialzo del greggio alternativo immesso sul mercato dagli altri Paesi produttori. Il prezzo medio della verde è così arrivato ad un massimo di 1,557 euro al litro, ovvero ad un solo millesimo di differenza dal record storico di 1,558 toccato il 12 luglio del 2008. In molte zone del Paese, il record è stato però già abbondantemente infranto. Secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, infatti, nel Mezzogiorno, dove la concorrenza è minore e dove vige, in molte Regioni, l'addizionale di oltre 2 centesimi, la benzina raggiunge punte massime di 1,594 euro al litro. L'opposto si verifica invece nel Nordest, dove, grazie soprattutto alla presenza di distributori no logo e della grande distribuzione che spinge sulla concorrenza, le compagnie si mantengono mediamente attorno a 1,54 euro al litro, con punte minime anche a ridosso di 1,5 euro al litro.

Il tutto, secondo Adusbef e Federconsumatori, con ricadute sul potere d'acquisto delle famiglie di circa 200 euro l'anno, tra costi diretti e indiretti. Le associazioni, che calcolano un sovrapprezzo "incomprensibile" di 6 centesimi al litro, invitano quindi il governo ad adottare la cosiddetta 'accisa mobile' e chiedono all'Eni di assumersi il ruolo di "impresa calmieratrice del mercato". La situazione, denuncia la Faib-Confesercenti, potrebbe peraltro ulteriormente peggiorare, visto che il milleproroghe consente alle Regioni di aumentare ulteriormente le addizionali in caso di calamità naturali. La federazione lancia l'allarme per i gestori che, basando la loro redditività sul venduto e non sui prezzi, sarebbero colpiti da un calo dei consumi e si aggiunge ai consumatori nella richiesta dell'accisa mobile, già prevista dalla finanziaria 2008 proprio per fare fronte alle emergenze legate al caro petrolio.

L'unica nota positiva arriva dalle previsioni della Figisc-Confcommercio che stima per i prossimi giorni un momento di quiete dei prezzi. Se infatti le quotazioni del petrolio sono ancora in rialzo sui mercati internazionali (103 dollari a New York, 115 a Londra), l'euro ha oggi superato 1,4 dollari con un evidente effetto positivo sui prezzi pagati da Eurolandia per approvvigionarsi di greggio.

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