28 feb 2011

Berlusconi attacca Napolitano: «Interviene puntigliosamente su tutto»

Berlusconi attacca Napolitano:
«Interviene puntigliosamente su tutto»


«Ne ho piene le scatole, sogno di tornare un privato cittadino»
Il Pd: assecondi i suoi desideri, se ne vada.

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi, fra una battuta sul bunga bunga e un'altra sui suoi processi, arriva a Milano per presentare una iniziativa del Pdl e incontrare gli imprenditori lombardi e attacca a tutto campo: se la prende con il Quirinale, il Parlamento, i comunisti, i giudici, la Corte costituzionale, i giornali e Fini.

L'attacco al Colle. Il presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità di una riforma istituzionale per modernizzare il Paese e ha spiegato come, secondo lui, funziona l'iter di una legge e il ruolo dei vari poteri, compreso quello del capo dello Stato e del suo staff «che interviene puntigliosamente su tutto».

«Quando decidiamo una legge - ha spiegato il Cavaliere - avendo avuto l'ok dal presidente della Repubblica e dal suo staff che interviene puntigliosamente su tutto, la mandiamo in parlamento, entra nelle commissioni, viene discussa e cambiata, poi va nell'aula, poi nell'altra e ancora nelle commissioni, viene discussa, vi sono i veti dei giudici che dicono la loro anche quando non dovrebbero e autorità che intervengono quando non devono intervenire». «Poi - ha aggiunto - se per caso al capo dello Stato non piace, ritorna alla camera e al parlamento e se non piace ai pubblici ministeri di sinistra, ricorrono alla corte costituzionale che la abroga».

«In parlamento lavorano 50-60 persone, tutti gli altri stanno lì, fanno pettegolezzo e poi seguono ciò che dice il capogruppo», ha continuato Berlusconi. «C'è - ha spiegato il premier - uno spreco di energie e di professionalità che è veramente incredibile».

«Ne ho piene le scatole, sogno di tornare a essere un cittadino privato», ha quindi sostenuto Berlusconi. «I sondaggi dicono che ho il 51% delle preferenze e per questo non posso andarmene perché potrebbero pensare che io abbia disertato e non posso quindi finire la mia carriera politica con un giudizio negativo da parte di tutta l'Italia», ha continuato. «Sono deciso ad andare avanti fino in fondo perché non voglio avere il giudizio negativo del 100% degli italiani», ha quindi ribadito Berlusconi.

«Non è una opposizione socialdemocratica, abbiamo ancora i vecchi comunisti che non hanno cambiato in nulla», è stato poi il consueto attacco all'opposizione in parlamento che a suo avviso è guidata da «Bersani, che sta lì ad aspettare e quando noi diciamo bianco, lui dice nero». Secondo il premier l'opposizione vuole «rimettere l'Ici sulla casa, raddoppiare le imposte su Bot e Cct mettere una nuova patrimoniale e tenere le frontiere non aperte, ma spalancate». Ultimo obiettivo dell'opposizione, a dire di Berlusconi, «sono le intercettazioni a go go, e poi i loro amici pm si divertono».

«Le intercettazioni nei paesi civili non sono neanche valide come prove», ha quindi osservato il Cavaliere. Secondo Berlusconi le intercettazioni sono anche formate da «computer che catturano parole e le mettono insieme, e poi ci sono gli imitatori». A suo avviso «non viviamo in un Paese libero in cui ciascuno può parlare liberamente al telefono senza essere ascoltato e vedendo poi quello che dice il giorno dopo sui giornali».

«Dopo la diaspora di Fini abbiamo una maggioranza meno grande ma possiamo fare le riforme che prima venivano bloccate dallo statalismo di Fini - ha quindi insistito il premier -. In particolare, in materia di giustizia c'era un patto tra Fini e il sindacato dei magistrati, l'Anm, per bloccare le riforme. Questo spiega perché non è stata ancora fatta la riforma sulle intercettazioni».

«Cosa c'è?»: così il presidente del Consiglio ha poi risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto se sia preoccupato per il 6 aprile, cioè il giorno in cui inizierà il processo sul caso Ruby, in cui è imputato i concussioe e prostituzione minorile. Alla successiva domanda, se andrà quel giorno in tribunale, Berlusconi ha risposto: «Io sono l'uomo più processato d'Italia e per i processi ho avuto 2.952 udienze. Quando mi dicono di farmi processare io penso "perdonali perché non sanno quello che dicono"».

Berlusconi ha poi proposto un incontro agli imprenditori lombardi e ironizzato sulle sue vicende giudiziarie. «Se accettate - ha sottolineato - io sono a disposizione. Ho portato l'agenda, anche se non è molto libera» con «cinque udienze in undici giorni». «Se vi dico - ha aggiunto - quanto ho speso in consulenti e avvocati credo sveniate, in lire più di 600 miliardi».

«La campagna elettorale la vedo lontano, alla scadenza naturale della legislatura perché oggi sarebbe una cosa dannosa», ha dichiarato ancora il presidente del Consiglio. «Sarebbe una cosa dannosa - ha spiegato Berlusconi - affrontare una campagna elettorale in questa situazione, stretti tra una crisi finanziario-economica globale dalla quale stiamo uscendo ma non è ancora terminata e la situazione che si è creata in tutta la costa sud del mediterraneo».

«Ove il Terzo polo persistesse nella volontà di essere alleato con la sinistra i sondaggi ci danno un risultato del Terzo polo inferiore al 10% e Fli all'1,3%», ha quindi sostenuto il premier.

«Presto manderemo in parlamento le modifiche all'articolo 41 della Costituzione», ha inoltre annunciato il presidente del consiglio. «Dopo tre mesi di dibattiti in parlamento - ha proseguito il capo del governo - avremo una legge valida, che farà sì che chi vuole realizzare un albergo lo potrà fare e poi avrà le verifiche da parte di un esponente della pubblica amministrazione per vedere se ha rispettato le leggi ambientali e urbanistiche».

«I giornali? Sopravvivo benissimo perché non li leggo», ha detto infine il presidente del Consiglio.

«Un consiglio a Berlusconi: assecondi i suoi desideri, torni ad essere un privato cittadino, magari comunicando le sue dimissioni con un videomessaggio che qualcuno più avveduto di lui saprà senz'altro scrivere», ha detto Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd che ha aggiunto: «È durata davvero poco la strategia da statista di Berlusconi. Mentre gli italiani fanno i conti con la disoccupazione, i tagli ai servizi essenziali, le difficoltà delle imprese e una crescita a rilento, il presidente del Consiglio torna a fare l'imbonitore. Ma siccome la merce è ormai scaduta, per spiegare i mancati risultati del suo governo non trova di meglio che attaccare il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento. Ancora una volta - conclude la Bindi - «si dimostra la sua antropologica estraneità al gioco democratico e alle regole
dello Stato di diritto».

«Viene da chiedersi se Berlusconi, quando ha giurato sulla Costituzione, l'abbia letta o meno. Sono francamente incomprensibili i rilievi che costantemente muove all'assetto costituzionale del nostro Paese», ha affermato Nello Formisano (Idv), vicepresidente della Commissione Bicamerale per la Semplificazione, che conclude: «Hanno ragione quegli italiani i quali sostengono che se tornasse a fare il privato cittadino ne guadagnerebbero tutti, premier compreso».

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