16 apr 2011

Hamas: "Arrestati gli assassini di Arrigoni"

Hamas: "Arrestati gli assassini di Arrigoni"

Il ministro dell'Interno palestinese annuncia la cattura dei due responsabili della morte del volontario italiano. Il premier dell'Autorità nazionale palestinese esprime solidarietà alla famiglia del cooperante: "Era uno di noi"



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(In fondo all'articolo i video su Vittorio Arrigoni)

Il governo di Hamas ha annunciato l'arresto di due persone considerate responsabili dell'omicidio di Vittorio Arrigoni. In un comunicato, il ministero dell'Interno ha precisato che i due arrestati si aggiungono alle prime due persone accusate del sequestro dell'attivista italiano.

La notizia della cattura arriva nello stesso giorno in cui il governo palestinese ha espresso solidarietà alla famiglia dell'italiano ucciso. "Sarà fatta giustizia", "Arrigoni è un nostro martire" ha annunciato Hamas.

"Non ci sono parole per esprimere la condanna di un crimine così efferato, che non rappresenta il popolo palestinese", dice a Repubblica il premier Ismail Hanyeh, a proposito della morte di "Vik", strangolato da una banda di estremisti. E promette: "Sarà fatta giustizia". "Abbiamo fatto tutto il possibile per cercare di ritrovarlo prima di quel drammatico epilogo. Vittorio è un nostro martire". Al momento, fa sapere inoltre il premier, "abbiamo arrestato diverse persone, tre di queste sono direttamente coinvolte con il sequestro, ma la caccia continua. E voglio dire a tutto il popolo italiano che non si fermerà fintanto che tutti i responsabili non saranno portati davanti al giudice per subire la condanna che si meritano. L'ho promesso a sua madre".
Il premier Hanyek fa sapere inoltre che una strada della Striscia avrà "presto" il nome di Vittorio Arrigoni.

"Chiediamo scusa all'Italia" - Al coro di cordoglio si aggiunge anche la voce di Khaled Abu Arafeh, ministro del governo di Hamas, che in una intervista a La Stampa parla di "un'esecuzione disumana. Chiediamo scusa all'Italia". "Voglio dire a tutti - dice l'esponente governativo - che tra i palestinesi ci possono essere visioni politiche differenti, ma abbiamo un obiettivo comune: rafforzare la democrazia evitando ogni forma di violenza. In casi come questo, per un'uccisione così barbara possiamo solo esprimere sgomento. Senza possibilità di trovare alcuna giustificazione. Né politica, né religiosa".
Il ministro di Hamas spiega ancora che c'è stato un confronto con i dirigenti di Fatah e , come dice, "abbiamo convenuto che un simile episodio, che nessuno di noi si aspettava, ci darà la forza per tornare a parlare tra noi, con Fatah, per rafforzare insieme il processo di sviluppo democratico su tutto il territorio palestinese".
Il "problema", dice ancora, "è che ci sono uomini che non appartengono a nessun movimento preciso, ma che sposano solo una visione contraffatta dell'Islam".

"I rapitori hanno chiesto un milione di dollari per il riscatto" - Intanto, emergono nuove indiscrezioni sul sequestro e l'uccisione dell'italiano: il gruppo salafita avrebbe chiesto al governo di Hamas per il suo rilascio il pagamento di un riscatto di un milione di dollari oltre alla liberazione del suo leader Abdel Walid al-Maqdisi. Lo ha rivelato una fonte a condizione di anonimato, citata dal quotidiano palestinese Resalah, vicino ad Hamas.
"I rapitori hanno chiesto un riscatto di un milione di dollari e hanno avanzato la richiesto ad Hamas attraverso un intermediario", ha affermato la fonte, citata da 'Risalah'. La fonte ha quindi confermato che Arrigoni è stato ucciso soffocato da un nastro di plastica "dopo aver fatto resistenza".

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