1 mar 2011

Cadavere al porto, forse suicidio

Cadavere al porto, forse suicidio

Napoli,uomo scrisse:vogliono uccidermi

Forse un suicidio. E' questa l'ipotesi al vaglio degli investigatori che stanno indagando sulla morte del cadavere del pizzaiolo ritrovato a Napoli, al porto, al Molo San Vincenzo. Matteo Bersichella, 46 anni, era di Cerignola, nel Foggiano. Secondo quanto denunciato dalla moglie, l'uomo si era allontanato da casa in auto il 23 febbraio, lasciando un biglietto con scritto "fuggo ché vogliono uccidermi". Secondo i cc, però, si tratterebbe di una messinscena.
A pesare sulla vita di Bersichella i problemi finanziari. Negli ultimi tempi il 46enne infatti aveva contratto debiti. Era una persona scrupolosa e abituata a pagare puntualmente fornitori e dipendenti ma, poiché da qualche tempo il lavoro non andava bene, aveva fatto ricorso a prestiti e a scommesse online. Il pizzaiolo era una persona irreprensibile, forse per questo, secondo gli investigatori, l'uomo non è riuscito a sopportare il peso di dover rivelare alla famiglia, che era all'oscuro di tutto, il dissesto economico che ormai gli appariva insormontabile.

Il 26 febbraio, tre giorni dopo la sua scomparsa, Bersichella era ancora vivo. Secondo quanto accertato dai carabinieri, il 46enne quel giorno chiese l'intervento di un carro attrezzi nei pressi di Avellino. Secondo i militari, simulò un guasto: fatto sta che lasciò la sua automobile, una Ford Focus, nel deposito, pagò regolarmente e andò via. Nelle sue tasche, anche se la data non è del tutto leggibile a causa dell'acqua, è stato ritrovato anche un biglietto 'Unico Napoli', solitamente utilizzato per il trasporto su bus.

Oltre al ticket dell'autobus, sono stati trovati diversi biglietti: tutti di scuse. Ha chiesto scusa alla moglie aggiungendo "ti amo ancora"; scuse anche ai figli e ad un fornitore al quale doveva dei soldi. Biglietti che, secondo i carabinieri, almeno in questa fase delle indagini, fanno pensare che la sua morte sia stata determinata da un atto volontario. Enigma al momento rimasto agli inquirenti è perché l'uomo abbia scelto proprio la città di Napoli: non risulterebbero, infatti, legami con amici o parenti in città.

Dove e quando precisamente abbia deciso di suicidarsi non è ancora chiaro. Difficile, che si sia buttato in acqua lì dove è stato ritrovato, al Molo San Vincenzo: l'area non è, infatti, accessibile ai civili, ma solo ai militari. Più probabile che sia arrivato in quella zona trasportato dalla corrente del mare. Intanto è stato disposto l'esame autoptico che potrebbe confermare o meno l'ipotesi del suicidio.

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